Il tentativo, disgustoso, di trasformare in evento la vita di un feroce e spietato assassino condannato a 16 anni e che sta scontando, tra premi e cenette in esterna, presso il carcere di Viterbo. Forse hanno festeggiato la lugubre ricorrenza della sua morte avvenuta il primo di novembre del 2007
VITERBO – Andare a cena con l’assassino della studentessa britannica Meredith Karcher è un evento da rendere pubblico con tanto di foto scattate in allegria e concesse alla stampa affinché diano risalto alla notizia.
Rudy Guede, ivoriano che sta scontando 16 anni di carcere a Viterbo, è l”unico colpevole del processo sull’assassinio di Meredith Kercher, reo di aver violentato e ucciso la studentessa inglese nell’autunno di 9 anni fa in un casolare di Perugia.
Ha approfittato del carcere per studiare e redimersi probabilmente. Rimane sempre un feroce assassino e un violentatore senza pietà.
Quelle foto (una di queste l’abbiamo ripresa dal sito Tusciaweb clicca) in allegria con gli amici, il portavoce (nemmeno fosse Obama), i sorrisi e i flash da divo ci inorridiscono, ci fanno schifo.
Tutti meritano una seconda chances nella vita, ci mancherebbe. Trasformarla in fenomeno da baraccone o, peggio ancora, cercare di farlo di diventare una vittima della giustizia italiana è davvero troppo.
Di quelle foto e di quegli articoli ne saranno felici ed orgogliosi i genitori di quella ragazza che aveva scelto Perugia come città dove studiare.
Meredith Susanna Cara Kercher (28 Dicembre 1985 – 1 Novembre 2007) era una studentessa britannica proveniente dall’Università di Leeds: venne uccisa a Perugia il 1° Novembre 2007.
Kercher, dell’età di 21 anni, venne ritrovata morta sul pavimento della camera da letto. Alcune cose di sua appartenenza non vennero trovate. A dare il primo allarme fu la coinquilina, Amanda Knox, che riportò il fatto come una rapina.
Con il passare delle ore, però, gli investigatori stabilirono che i segni di una rapina furono, in realtà, una messa in scena, e Knox divenne la prima sospettata. Dopo averla interrogata per quattro giorni, confessò che lei e Patrick Lumumba, un proprietario di bar per cui lavorava, erano implicati nella faccenda. Vennero arrestati i due e il ragazzo di lei, Raffaele Sollecito. Lumumba venne rilasciato quando le prove dell’indagine forense incastrarono Rudy Guede, un nativo della Costa d’Avorio cresciuto a Perugia.
Guede venne accusato di aver commesso l’omicidio insieme alla Knox e a Sollecito. Venne istituito un processo parallelo per Guede; nell’Ottobre del 2008 fu giudicato colpevole di violenza sessuale e omicidio della Kercher. Ottenne una riduzione di pena nella sentenza.
Knox e Sollecito vennero giudicati insieme; in primo grado vennero giudicati colpevoli e condannati rispettivamente a 26 e 25 anni. Nell’Ottobre del 2011 vennero rilasciati dopo 4 anni di prigione in quanto vennero riabilitati nella sentenza di appello. Per ribaltare la sentenza di primo grado, i loro legali scrissero che non c’era una materiale esistenza delle prove per supportare la condanna, e che la correlazione tra Knox, Sollecito e Guede era altamente improbabile. In molti accusarono i media per non aver descritto il caso in modo accurato e senza pregiudizi, influenzando così la corte.
La suprema corte però rimandò indietro la sentenza di appello, che scagionava completamente i due. Il processo era da rifare. Il 30 Gennaio 2014 vennero giudicati di nuovo colpevoli e il verdetto andò di nuovo in appello, dove venne confermato. Nel 2015 la Cassazione (terzo grado) ribalta completamente il giudizio per la seconda volta e giudica i due innocenti, chiudendo definitivamente il caso.
Meredith Kercher
La vita
Meredith Susanna Cara Kercher (nata il 28 Dicembre 1985 in Southwark, South London e conosciuta dagli amici come Mez) ha vissuto a Coulsdon, South London. Aveva due fratelli maggiori e una sorella maggiore. Suo padre è un giornalista freelance, la madre una casalinga. Frequentò la Old Palace School in Croydon. Era molto attratta dalla cultura italiana e dalla lingua; fece uno scambio culturale a 15 anni, passando l’estate a Sessa Aurunca. A 17 anni iniziò a prendere lezioni di karate.
Entrò all’University of Leeds studiando politiche europee e Italiano, una lingua che riusciva a parlare molto bene. Cominciò a lavorare come guida turistica, cameriera per mantenersi; fece anche un cameo nel video musicale per il cantante Kristian Leontiou per la canzone “Some Say” nel 2004. La sua ambizione era lavorare per l’Unione Europea o diventare giornalista, possibilmente vivendo in Italia. Dopo qualche ricerca, scelse l’Università di Perugia per l’anno all’estero: i corsi scelti erano storia moderna, teorie politiche e storia del cinema. I compagni dicevano che Kercher fosse molto intelligente, popolare e spiritosa.
Via della Pergola 7
Perugia, un importante centro artistico e culturale, è una città di 150.000 persone circa. Più di un quarto della popolazione è rappresentato da studenti, molti provenienti dall’estero. A Perugia, Kercher condivise un appartamento in Via della Pergola 7. I coinquilini erano due ragazze italiane e una studentessa di 20 anni dell’University of Washington, Amanda Knox. Le due ragazze si trasferirono in Italia rispettivamente il 10 e il 20 Settembre 2007, e qui si incontrarono per la prima volta. Kercher chiamava sua madre almeno una volta al giorno con il cellulare che portava sempre con sé. Kercher non legò molto con Amanda Knox, in quanto preferiva compagnia italiana.
All’interno dell’appartamento c’era anche uno spazio affittato da quattro ragazzi italiani con cui strinsero amicizia. Tornate in casa in una notte di metà Ottobre, Knox, Kercher e altri coinquilini incontrarono Rudy Guede, che si unì al gruppo. Si fermò con loro a parlare nel seminterrato; Kercher e Knox si unirono. Alle 4.40 del mattino Kercher se ne andò, dicendo di voler andare a letto. Così fece Knox.
Tre settimane prima della morte, Kercher andò con Knox all’Eurochocolate festival. Il 25 ottobre, Kercher e Knox andarono ad un concerto: qui Knox incontrò Raffaele Sollecito, un ragazzo di 23 anni laureato in informatica all’Università di Perugia. Knox cominciò a frequentare l’appartamento di Sollecito e ritornava in via della Pergola solo a prendere i vestiti per il cambio. L’appartamento di Sollecito si trova molto vicino a Via della Pergola.
Ultimi avvistamenti
Il 1 Novembre, giorno di festa, i coinquilini italiani di Kercher erano fuori città, così come gli occupanti del seminterrato. Quella sera, Kercher cenò con altre tre ragazze inglesi a casa di una di esse. Si trovava a circa 450m da Via della Pergola 7, alle 20.45 circa.
Il primo allarme
Secondo quanto dichiarato da Knox, dopo aver passato la notte con Sollecito, rientrò in Via della Pergola 7 il mattino del 2 novembre, trovando la porta aperta e gocce di sangue nel bagno condiviso con la Kercher; la porta della camera da letto della Kercher era chiusa: un segnale che, secondo Knox, Kercher stava dormendo. Dopo aver fatto la doccia, Knox trovò delle feci nel water: Ella ritornò da Sollecito e, insieme, ritornarono in Via della Pergola. Notarono una finestra della camera da letto di una coinquilina rotta e, allarmato perché la Kercher non rispondeva, Sollecito provò a sfondare la porta. La polizia postale arrivò sul posto, avendo tracciato due telefoni cellulari nel giardino vicino a Via della Pergola. Subito dopo, Sollecito chiamò sua sorella, un luogotenente dei carabinieri. La sorella gli disse di chiamare il 112, e così fece.
Scoperta del cadavere
Sul posto arrivò anche una delle coinquiline con le amiche, dopo aver ricevuto la chiamata da Knox. Dempsey disse che, cercando in giro qualche possibile oggetto mancante, disturbò la scena del crimine. Avendo sentito che i due cellulari che Kercher portava con sé vennero trovati in un giardino vicino, una delle ragazze coinquline si allarmò molto e chiese di forzare la porta alla polizia. La polizia però non agì. Fu un ragazzo amico delle coinquiline a sfondare la porta, intorno alle 13.15. Il corpo della giovane Kercher era in terra, coperto da un piumone.
Autopsia
L’anatomo patologo Luca Lalli, appartenente al corpo forense di Perugia, effettuò l’autopsia. Sul corpo di Kercher vennero rilevate 16 contusioni e sette tagli. Vennero rilevate anche ferite e contusioni sul palmo della mano, sul naso, nelle narici, in bocca; sulla mascella vennero ritrovati dei segni che segnalavano una possibile mano chiusa e stretta tra la bocca e il naso della ragazza. Lalli dichiarò che era possibile fossero stati usati più di un coltello; la ricostruzione iniziale vedeva la Kercher in piedi, con una mano davanti alla bocca, tenuta da dietro, e una coltellata fatale al collo data da qualcuno davanti a lei. Mignini (che stava osservando) suggerì che il taglio da davanti, da sinistra a destra del collo, poteva essere causato da diversi coltelli, ma Lalli invece sosteneva che quella ferita era stata fatta da un coltello solo. Il rapporto di Lalli venne revisionato da tre patologi di Perugia; annotarono, a differenza di Lalli, che le contusioni indicavano violenza sessuale e un tentativo di immobilizzare la Kercher.
Funerale
Il funerale si tenne il 14 Dicembre 2007 alla chiesa Parish di Croydon, con più di 300 persone presenti; seguì una cerimonia privata al Cimitero Mitcham Road. A Kercher venne conferita la laurea postuma dall’Università di Leeds nel 2009.
Fondazione Meredith Kercher
Cinque anni dopo l’omicidio, la città di Perugia e l’Università, in cooperazione con l’ambasciata Italiana a Londra istituirono una fondazione scolastica in onore della memoria di Meredith Kercher. John Kercher ha dichiarato che tutti i profitti del suo libro Meredith saranno devoluti a una fondazione caritatevole a nome di Meredith Kercher.