Per l’erede di Ievolella non più un bando ma una chiamata diretta. Individuata la figura. Secondo indiscrezioni bipolari la scelta è ricaduta su Roberta Macii di Piombino. Effettuato il primo “taglio” tra i dirigenti. Il caso PAS
CIVITAVECCHIA – Ha un gran da fare il neo presidente dell’Autorità di Sistema del Tirreno centrale Francesco Maria Di Majo da quando si è insediato. Lettura delle carte, risanamento del bilancio, incontri a destra e manca (due giorni fa la sua prima visita ufficiale a Gaeta).
Primo turnover dentro gli uffici amministrativi. Giuditta Bonifazi è stata sollevata dall’incarico di dirigente di responsabile del personale, paghe e contributi. Presto toccherà a Luca Lupi e per ultimo all’attuale facente funzioni del segretario generale Lelio Matteuzzi.
Cambia il manico e si cambiano anche le ramazze. Sul segretario generale, a differenza di quanto annunciato in un primo momento dal presidente Di Majo, e cioè ricorrere ad un bando pubblico, si è passati alla chiamata diretta (è nelle funzioni e nei poteri del presidente).
La scelta, in attesa dell’insediamento del Comitato di Gestione (sul quale apriremo un capitolo a parte), sembrerebbe ricaduta su una donna.
Roberta Macii da Piombino. Donna di fiducia del PD (poltrone e divani) toscano ha lavorato in questi ultimi anni a fianco di Gallanti e di Pasqualino Monti.
Incarico con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico di componente del Gruppo di Coordinamento e controllo previsto nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro del 18 aprile 2014 dal titolo “Interventi di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi industriale complessa di Piombino”.
Riveste il ruolo di consulente specialistica in materia ambientale con particolare riferimento a dragaggi e bonifiche per ASSOPORTI –Associazione Porti Italiani.
Ha avuto anche l’incarico di Sostituto del Commissario Straordinario Enrico Rossi nominato con Ord. N. 13/14 del 18 aprile 2014 -Accordo di Programma Quadro 2013 – Interventi di infrastrutturazione, riqualificazione ambientale e reindustrializzazione dell’area portuale di Piombino.
Ha partecipato in qualità di Presidente della Commissione di gara agli appalti affidati dall’Autorità Portuale di Piombino tra i quali nell’ultimo biennio: Appalto integrato complesso su progetto preliminare per la progettazione e l’esecuzione degli interventi infrastrutturali anche a carattere ambientale in attuazione del PRP per il rilancio e la competitività industriale e portuale del porto di Piombino per l’importo a base di gara di € 102.800.000,00.
I^ fase di attuazione del P.R.P. del porto di Piombino banchina nord darsena piccola e I° stralcio banchina sud darsena grande, bonifica dei sedimenti marini e messa in sicurezza della falda per l’importo di € 30.603.696,97. Riveste il ruolo di Responsabile della bonifica dei due suddetti interventi.
Un curriculum di tutto rispetto dunque anche se Civitavecchia non è Piombino (sprofondato in questi ultimi anno nell’assoluto anonimato) e che dunque dovrebbe, secondo un pensiero bipolare ormai diffuso, essere la degna sostituta del “cacciato” Maurizio Ievolella.
Francesco Maria Di Majo sembrerebbe aver accettato di buon grado le pressioni politiche degli uomini forti di Matteo Renzi che comunque hanno intenzione di piazzare su tutti gli scali nazionali persone di loro assoluta fiducia.
Dopo queste operazioni di assestamento si dovrebbe passare a riorganizzare alcune società dove le ombre sono ancora molto lunghe.
La prima è la PAS, la società che si occupa della sorveglianza e della sicurezza dello scalo civitavecchiese. Tutto ruota in mano all’ex poliziotto Mauro Magi che fino a qualche settimana fa gestiva praticamente tutto. Auto di servizio tutto il giorno, elasticità massima negli orari. Insomma un personaggio sul quale occorrerebbe parlare molto a lungo per la sua ambiguità (anche andando a rileggere i brogliacci delle intercettazioni telefoniche sull’inchiesta Darsena che lo riguardano).
Perché abbiamo tirato in ballo la PAS (Port Authority Security), perché il presidente Di Majo avrebbe chiesto alla società di “tirare la cinghia” e di ridurre i costi di gestione di almeno il 15%.
Basterebbe, ci dicono, tagliare alcuni consulenti per arrivare, anzi, superare quella soglia. Di consulenti non solo non c’è bisogno ma non c’è neanche la necessità di ricorrere all’apporto di altre società di sicurezza che attualmente vengono chiamate a gettone per coprire alcuni servizi e non si capisce come vengano estrapolati i soldi per pagare questi servizi.
Poi c’è la super grana di Port Mobility. Fonti bipolari hanno diffuso voci inquietanti che hanno messo in allarme soprattutto i dipendenti. Cioè la revoca, dal 2017, della concessione di tutti i servizi, a cominciare da quello di Largo della Pace.
Insomma, la rivoluzione del nuovo presidente è solo all’inizio, nei prossimi mesi ne vedremo delle belle (perché sentirle, grazie a personaggi bipolari, se ne sentono di tutti i colori).