Si può accedere al quartiere di San Pellegrino da Piazza San Carluccio, originariamente chiamata Piazza San Salvatore, dal nome di una piccola chiesa della quale non vi è più traccia.
Lo stesso nome aveva l’attigua fontana, ascrivibile al XIII sec., a vasca quadrangolare. Frontalmente, l’elemento cubico della fontana è decorato con la testa di un leone nelle cui fauci è innestato il bocchettone sotto il quale sono scolpiti due stemmi, di cui uno è quello della famiglia Gatti, caratterizzato da quattro bande orizzontali. Alla medesima altezza, sul lato sinistro, campeggia lo stemma appartenente alla famiglia degli Anguillara, recante due anguille incrociate, mentre sul lato destro quello della famiglia Gatti. La piazza è a pianta rettangolare, chiusa su due lati da mura perimetrali, per un tratto merlate.
A destra della fontana di San Carluccio si apre la via di San Pellegrino, che è il principale asse viario del quartiere medioevale. “ Lungo questa via è un succedersi continuato di volte oscure e depresse, di torri che levano al cielo le cime possenti o i monconi diroccati, di avanzi di poggioli decorati a dentelli e a punta di diamante, e di casette corrose dai secoli a cui si sale con arditi rampanti e sulle cui pareti si apre ancora qualche finestra sotto un arco romanico o nella sagoma di una ogiva”.( A. Scriattoli, Viterbo nei suoi Monumenti, pag. 197)
Caratteristica del quartiere sono i “profferli”, particolari scale esterne che conducono al pianerottolo di accesso delle dimore e la “casa a ponte”, tipo di abitazione che unisce due fabbricati, separati dalla strada, all’altezza del primo o del secondo piano, creando suggestivi passaggi coperti.
La piazza S. Pellegrino rappresenta un ambiente caratteristico dell’omonimo quartiere, poiché si apre come un naturale punto di confluenza di Via S. Pellegrino e di altri vicoli attigui.
Su questa piazza si affaccia il Palazzo degli Alessandri, costruito nella prima metà del XIII sec. L’edificio è a tre piani e presenta un’interessante variante del tipico profferlo viterbese, che invece di essere realizzato all’esterno dell’edificio, come avviene nella consueta e diffusa tipologia, è costruito all’interno del muro perimetrale del palazzo. La scala è fiancheggiata da un parapetto, decorato da un motivo ornamentale a stella di diamante.
La Chiesa di S. Pellegrino, anch’essa insistente sull’omonima piazza e già menzionata in un documento databile alla prima metà dell’undicesimo secolo, è stata ricostruita nel 1889, a spese del Vescovo Grasselli. Colpita dai bombardamenti del 1944 venne riaperta al culto nel 1951.