Decise le sorti di Mecenate, sarà trasformata in cooperativa. Il buco di bilancio lo pagheranno con soldi sottratti al territorio. Tutto senza un briciolo di trasparenza, neanche fosse una riunione tra carbonari
CIVITAVECCHIA – Ieri si riunito il consiglio d’amministrazione e l’organo di indirizzo della Fondazione Cariciv. Il punto più delicato messo in discussione, quello legato alle future sorti della fallimentare televisione di famiglia Cacciaglia, Mecenate Tv.
Un gruppo di devastatori di bilancio che non ha approfittato della straordinaria occasione per rassegnare, in massa, le proprie dimissioni.
In violazione di ogni nuova norma sulla trasparenza imposte dal Decreto Madìa, Cacciaglia & Co. continuano nella gestione della Fondazione come fosse un’azienda privata.
Prima di entrare nel merito degli sfaceli amministrativi ed economici dell’ente, va sottolineato come, l’organo di indirizzo, sembrerebbe aver trovato una soluzione per “liquidare” 12 lavoratori e limitare i danni economici provocati dall’operazione “Mecenate Tv”.
La società strumentale sarà messa in liquidazione e trasformata in cooperativa. I giornalisti, operatori, tecnici e amministrativi assunti come fossero a Mediaset dovranno cavarsela da soli.
Un minimo sindacale di 500 mila euro che la Fondazione non è più in grado di girare alla televisione meno vista nella storia di Civitavecchia e dove lavora “la Chicca”, figlia del “mecenate” Cacciaglia, vera leader dei palinsesti disastrosi e meno visti dei video messi online dall’esoterico e sensitivo Mario Alocchi.
Di quello che combina il cda di Mecenate sono in pochi a saperlo ma gli attori sono sempre gli stessi.
L’onnipresente e arrogante avvocato Vincenzo Cacciaglia e il suo body guard, custode, autista, portiere d’inverno e bagnino d’estate avvocato Pasquale Gianpaglia.
Sì perché il tutto, ma tranne avvocato Gianpaglia, d’estate, invece di occuparsi dei problemi di Mecenate, con la sua maglietta rossa da bagnino e dal costume hawaiano, saltella a bordo piscina al ritmo di “a a abbronzatissima” nel parco acquatico dell’Aquafelix. Saltella e sgambetta a tutto spiano. Non esita a tuffarsi eroicamente in 80 centimetri d’acqua quando qualche bagnante è in evidente difficoltà.
Chi lo conosce bene afferma di non aver mai visto un ballerino di bordo vasca così abile, tanto da meritarsi il soprannome di: “Don Lurio” dell’Aquafelix. La sua canzone preferita sembrerebbe essere quella che narra la storia di “Pasquale Cafiero”, il brigadiero.
D’inverno è tutt’altra cosa. Gira con il cappottino abbottonato fino al bavero dallo stile “becchino” anni 30 che oggi utilizzano i portieri d’albergo addetti alle porti girevoli e al fischio o fischietto per chiamare il taxi.
Anche lui, inutilmente stipendiato, invece di occuparsi della sua professione reale, preferisce essere al servizio delle “porte” di Cacciaglia.
Non è il solo personaggio fumettistico della Fondazione, ce ne sono molti altri. Il protagonista assoluto è decisamente “Ciccio” Cacciaglia.
Prende compensi dalla Fondazione, da Mecenate, dalla Scuola Paritaria e, tutti i mesi, si porta a casa la bellezza di 6mila euro al mese e anche più.
La domestica di casa lavora anche per la Fondazione (e stira i panni di Chicca). Il pizzicarolo si è sistemato alla grande così come il macellaio di Pescia e così via. Un parco soci da fare invidia al circola anziani di Borgo Pio.
In attesa che la Guardia di Finanza, il Mef e la Procura facciano chiarezza su una delle pagine più brutte e tragicomiche della Fondazione Cariciv, ci prepariamo ad assistere ad una festa in maschera, l’ennesima, organizzata da Cacciaglia.
Ha fatto coprire di ridicolo cent’anni di gloriosa storia della Fondazione al servizio del territorio e spera, nell’aprile prossimo, di essere rieletto in qualche ruolo per non perdere quei soldi che, a nostro giudizio, immeritatamente, si fa accreditare sul suo conto corrente.