Strani inciuci tra ex comunisti, ex democristiani e rimasugli del fu partito azzurro oggi capitanato da Bacocco (il responsabile provinciale più perdente della storia di Forza Italia)
TARQUINIA – Mentre a livello nazionale si sta consumando e presto si consumerà la spaccatura nel Partito Democratico di Renzi a Tarquinia la scissione è già avvenuta. Il PD targato Fioroni con il movimento chiamato Mo.Ri. (moderati riformisti) da una parte e i vecchi komunisti dall’altra con i duri e puri del fu Mazzola.
Mentre i primi avanzano a grandi falcate verso un naufragio pianificato a tavolino i secondi si sfidano a singolar tenzone con le primarie che dovrebbero individuare il sostituto del marziano etrusko Mazzola, con tutta probabilità e con grande speranza per il centrodestra, Anselmo Ranucci, il re delle palestre.
Le ultime uscite del coordinatore provinciale di Forza Italia Bakokko lasciano senza parole gli oltre quattro iscritti del partito che non sanno più cosa fare (soprattutto viste le sconfitte elettorali messe a segno da questo coordinatore in tutta la provincia come a Vetralla, Montefiascone, Proceno, Blera, Acquapendente, Orte, Canino, Marta ecc.). Accodarsi e appecoronarsi al PD di Fioroni in una sorta di “patto del nazareno de ‘noantri” o cercare di non sparire definitivamente come espressione del centrodestra e ricoprire un ruolo che invece gli compete nell’immaginario dei Berlusconiani doc che “odiano” qualunque espressione lasciata sciaguratamente in eredità dal presidente Napolitano (Renzi e Fini per capirci).
Renato Bacciardi potrebbe quindi essere la prima espressione del partito dei “puffi”, piccoli uomini di sinistra che cantano come sirene sugli scogli di porto Clementino per raccattare qualche voto a destra.
In questo andirivieni di chiassose e festose riunioni carnevalesche (non si capisce chi sia mascherato o chi sia reale e in che veste) il komunista marziano Mazzola finge un ruolo super partes nelle prossime primarie proprio ieri tenute a battesimo.
Nella conferenza stampa di presentazione lo sgomento tra i presenti è stato forte. I tre candidati Rosati, Celli e Ranucci con il capo marziano Mazzola che parlano di una Tarquinia che evidentemente non conoscono più o hanno perso di vista.
Il commercio è finito. Trovare un negozio ancora aperto in centro è possibile solo grazie agli ultimi stoici moicani che ancora sperano in un miracolo. L’agricoltura che ha perso la sua identità e sul turismo dovremmo chiedere proprio a Renato Bacciardi che, grazie ai prezzi popolari, è riuscito a trasformare il Lido di Tarquinia nella più grossa “tendopoli” del Tirreno centrale.
Nel centrodestra c’è l’area del popolo e del senso civico che ha scelto la strada della rivoluzione sociale. Affidare il rilancio di una città perduta e decaduta ad un illuminato che dalla sua ha la storia a parlare, Gianni Moscherini.
Quest’ultimo è riuscito a trasformare il porto bagnarola di Civitavecchia, in mano alle Ferrovie di Stato, nel più grande porto turistico italiano e secondo in Europa. Ha rimesso in piedi e trasformato i grandi parcheggi posti sul lungomare della Città di Traiano nella più elegante promenade du port italiana.
Insomma affidare le sorti della città a chi è in grado, attraverso idee geniali e rapporti internazionali, di riportarla agli antichi sfarzi e splendore.
Il coraggio delle idee che sta spaventando qualche giovane che invece potrebbe trovare lo spazio giusto per garantire, ai bambini di oggi, una città migliore dalla quale non scappare per cercare un misero posto di lavoro.