PERUGIA – “La presidente Marini e l’assessore Cecchini non vogliono discutere dell’inceneritore di Terni. Abbiamo occupato il Consiglio Regionale e continueremo a farlo finchè non avremo ottenuto risposte”. Così i consiglieri regionali Emanuele Fiorini e Valerio Mancini (Lega Nord Umbria) che hanno deciso di protestare contro il rinvio della mozione urgente sull’inceneritore, presentata dal M5S Umbria e sottoscritta anche dalla Lega Nord.
Insieme ai leghisti hanno occupato l’aula anche i consiglieri regionali pentastellati Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati.
CHE COSA E’ SUCCESSO – Prima dell’inizio della trattazione dei punti previsti all’ordine del giorno della seduta odierna (all”odg il Nuovo Piano sociale regionale) l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha esaminato la richiesta di discussione della mozione urgente sugli inceneritori a Terni, decidendo di rinviare l’atto alla prossima seduta.
La presidente del Consiglio regionale, Donatella Porzi, ha comunicato all’aula che “la maggioranza dei gruppi consiliari si è espressa per fare un approfondimento della materia, visto che il procedimento di cui si parla non è ancora concluso. Per questo, a termini di regolamento, l’Ufficio di Presidenza decide di non accettare la trattazione della mozione urgente e di rinviarla come primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta dell’Assemblea legislativa”.
M5S – Il consigliere pentastellato Liberati, nel presentare la richiesta di trattazione, aveva sottolineato come sia “grave che nel giro di un mese si decida sui due impianti del Ternano, incidendo sulla sorte di una comunità per i prossimi 30-40 anni di Terni. Mi chiedo se questa Regione voglia dire una parola o assecondare gli interessi di pochissimi. Dobbiamo cambiare segno nella gestione dei rifiuti”.
ANCHE LA LEGA A FAVORE DELLA DISCUSSIONE – Il consigliere regionale leghista Emanuele Fiorini, che ha firmato la mozione del M5S sugli inceneritori, ha detto di “condividere la mozione Liberati, perché è ora di dire basta alle chiacchiere: Terni non può più sopportare la presenza di impianti simili”.