Cacciaglia rilascia esilaranti interviste dove nega ispezioni del Mef e della Guardia di Finanza e cerca di candidarsi in segno della “continuità” nella disastrosa gestione della Fondazione Cariciv
CIVITAVECCHIA – Quando abbiamo letto l’intervista del direttore generale della Fondazione Cariciv, Vincenzo Cacciaglia, sulle pagine de Il Messaggero, stentavamo a credere a quelle parole scritte nero su bianco sulla vicenda Mecenate Tv. Ha negato l’ispezione del MEF. Ha negato l’accesso agli atti della Guardia di Finanza su mandato della Procura. Ha negato i controlli dell’ispettorato del lavoro che hanno trovato anche posizioni irregolari di alcuni lavoratori. Ha confermato la sua straordinaria ambizione, nel segno di una non ben definita “continuità”, nel candidarsi ad un ruolo dove il conflitto di interessi non lo dovrebbe far entrare neanche dalla porta di servizio, ma… L’ha fatto.
Adesso per tenere buoni i poveri (si far per dire) lavoratori della televisione della Fondazione parla di straordinarie trattative di vendita o cessione della stessa al fantasmagorico uomo d’affari che fu (ormai fuori dal giro che conta altrimenti non starebbe fisso tra Pescia Romana e Vulci) il manager Carmelo Messina. L’uomo che sì ha ricoperto ruoli importarti ma che ad oggi, al di là delle tante promesse fatte un po’ a destra e un po’ a manca, nulla, ma proprio nulla ha fatto per la Fondazione Vulci. Anzi no. Diamo a Carmelo ciò che è di Carmelo.
Ha fatto una strabiliante convenzione con le Terme di Vulci. Con un biglietto al parco o viceversa hai diritto a sconti e bagnetti caldi.
BRAVO!
Quest’ultimo però, tempo fa, aveva negato tutto sull’operazione Mecenate anche se noi sapevamo molto di più di quanto lui credesse (vedi l’intervista del 17 febbraio).
Nell’intervista di qualche giorno fa, però, Cacciaglia lo smentisce e tira in ballo il figlio di Messina, Mario Nicolò.
Quest’ultimo si dichiara “cervello in fuga” ma per saperne di più leggiamo cosi scrive di lui:
Sono un cervello in fuga, ma in realtà non sono scappato da niente.
Qualche anno fa sono approdato nella Silicon Valley dove ho imparato ad utilizzare le nuove tecnologie, la rete e i social per produrre reddito.Poi mi sono trasferito a Londra dove ho costruito le relazioni internazionali che mi hanno portato ad aprire aziende in Belgio, Inghilterra e Turchia per costruire piattaforme, sistemi integrati e per rendere accessibili nuovi servizi e nuove opportunità che la tecnologia ci offre.
Grazie all’innovazione ed al coraggio di sperimentare ho avuto successo
e sono tornato nel mio Paese perché qui ho le mie radici e questo è il paese che amo.Il mio obbiettivo come imprenditore è quello di dare ascolto ai giovani folli che come me anni fa sono partiti da casa con la valigia di cartone.
Certo, far credere che papà Carmelo avesse in casa le valigie di cartone fa sorridere, insomma voler nascondere di essere un figlio di papà con carta di credito illimitata in giro per il mondo è anche abbastanza triste per chi si occupa di comunicazione.
Andiamo avanti. Dopo aver letto le fantasiose ricostruzioni del Cacciaglia pensiero, abbiamo provato a parlare con il presidente della Fondazione Vulci, Carmelo Messina.
Uomo assai impegnato nella ricerca di finanziamenti per il Parco Archeologico, ma da un anno a questa parte non s’è vista traccia (tante chiacchiere, zero euri). Sta cercando la chimera di avere la tomba François di nuovo al suo posto anche se tutti sanno, tranne che lui evidentemente, che è praticamente impossibile e nel contempo, impercorribile.
Adesso, tra un impegno in campagna elettorale e l’altro, ci ha fatto sapere (via sms) dopo che avevamo riportato le parole di Cacciaglia nell’intervista di domenica e che stridevano quanto da lui dichiarato nel febbraio scorso:
Le dico solo una cosa: Vulci non c’entra niente perché sono abituato a non confondere attività privata con incarichi pubblici. Per quanto riguarda l’opa nessuno della mia famiglia potrebbe mai pensarci. Vien da ridere solo a parlarne.
Io sto facendo il mio piano editoriale valido per una TV esistente o per una da costruire ex novo (novello Cairo, ndr).
Ma se il titolare di quella esistente non sarà disponibile ad un periodo di supporto economico difficilmente troverà un solo interessato.
Mio figlio subentra solo se io dichiaro il mio interesse. E prima devo studiare bene la pratica.
In poche parole se Cacciaglia non caccia soldi dell’investimento non se ne parla proprio. Però ci conferma il ruolo del figlio che lavora nella famosissima “fabbrica dei leader”.
Noi non vogliamo aggiungere niente di più a quello che ha già scritto l’ottimo collega de L’Ultima Ribattuta, Mario Basso, per capire chi sono i protagonisti di questa operazione “salva” Mecenate e “continuità” Cacciaglia alla guida della Fondazione Cariciv.
La Fabbrica dei Leader, pacchetto (o pacco?) dei “big” della comunicazione
Italo Bocchino, se questo è un leader (annamo bene!)
Per chiudere, che fine farà Mecenate Tv?
Semplice, fino a quando la poltrona di Cacciaglia non sarà riposizionata si intratterranno lunghe e prolifiche riunioni con organizzazioni sindacali e quant’altro.
Poi?
Sciogliete le righe ragazzi, i compagni hanno abolito l’articolo 18 e quindi tutti a casa, questa è l’unica strada che sia Mecenate che il buon Cacciaglia faranno percorrere a quei ragazzi che fino a qualche mese fa si ritenevano essere l’élite dell’informazione civitavecchiese.