Una lucida follia, partecipare comunque alle primarie di partito

Il giorno delle primarie si sta avvicinando e potrebbe essere utile far comprendere ai cittadini che tale consultazione non è assolutamente riservata ai soli elettori del Pd a tale scopo pubblichiamo una considerazione che ci è pervenuto da una nostra amica, Antonella Bruni

Sarebbe meglio costruire un articolo secondo canoni logici e ragionamenti costruttivi, ma viviamo in tempi in cui la disinformazione strumentalizzata e il fatto noto che la madre degli sciocchi è sempre incinta, inducono a chiarire dal principio posizioni di fondo.
Politicamente sono orgogliosa di appartenere al centro destra, con il quale, però non sono stoltamente acritica. Credo nell’idea di un’Europa unita, non mi piace affatto questa Europa. Credo nella solidarietà e nell’accoglienza, ma ritengo che i cittadini italiani debbano avere comunque la precedenza. Credo che le tasse vadano pagate da tutti, in maniera equa, ma sono ostile ad uno stato di polizia fiscale. Sono cattolica, ma non penso che il Papa sia infallibile e ho molti dubbi sul porgere ripetutamente l’altra guancia…
Chiarito quindi che non sono stata folgorata dalla luce di Stalin e che non ho smarrito la via di Arcore, anche se qualche cartello segnaletico lo metterei, sgancio subito lo scoop: se mi sarà consentito, parteciperò alle primarie del PD. Prima che i pasdaran, estremisti dell’idiozia integrale, diano inizio all’inquisizione e preparino il rogo, rammentando loro che, più o meno, ancora viviamo in uno stato di diritto, mi sia consentita un’arringa persuasiva e non certo difensiva.
In una democrazia reale, la partecipazione dei cittadini alle scelte istituzionali è un fatto fondamentale e comunque positivo. Il popolo, ovvero la volontà popolare, Costituzione alla mano, dovrebbe avere un ruolo centrale e non comprimibile nel processo decisionale. Nel tempo, questi concetti sono andati affievolendo e la globalizzazione ha generato una deriva autoritaria, nella quale elites finanziarie hanno di fatto privato i cittadini del loro diritto di incidere in maniera sostanziale sulle scelte di fondo.
Vogliamo che milioni di profughi, accolti in maniera indiscriminata, mutino per sempre le nostre città e il nostro modo di vivere? Siamo d’accordo che sull’altare di una sicurezza pubblica, ormai inesistente, vengano annullate tutte le nostre libertà individuali? Siamo coscienti che Comuni, Regioni e lo Stato nazionale siano tecnicamente falliti, perché i loro debiti sono fuori controllo e non potranno mai essere onorati e la colpa non è mai di nessuno? Questi quesiti non ci verranno mai posti direttamente e i parlamentari che ci dovrebbero rappresentare si guarderanno bene dal chiederci la nostra opinione, poiché la loro elezione non dipende dal nostro voto, bensì dal gradimento di pochi segretari di partito che, con criteri sottratti al controllo popolare, decideranno la composizione del Parlamento. Ancora risuonano nelle mie orecchie le eccepibili parole dell’allora Presidente Napolitano che, in un momento opaco della nostra storia nazionale, sostenne l’impossibilità di perdere tempo (con elezioni) per conoscere la volontà del popolo.
Il Partito Democratico, con lodevole intuito, ha istituito le primarie, ovvero elezioni interne nelle quali i leader di questo partito si confrontano, esponendo i principi di fondo del loro pensiero, ovvero cosa intendono fare se i cittadini elettori consentiranno loro di governare. Orbene, l’idea la condivido e penso che anche il centro destra ci dovrebbe fare un pensierino, ma nel frattempo, ditemi perché mai io non dovrei partecipare a queste primarie? Bandiamo subito il concetto insensato che a sinistra ci sono solo nemici. In democrazia la controparte è un avversario che, con idee diverse, dovrebbe comunque tendere al bene comune e all’interesse generale. A sinistra sbagliano tutto? Il suffragio universale, la parità dei diritti, il divorzio, sono temi che il centro destra, storicamente sbagliando, ha lasciato alla sinistra, la quale ha correttamente interpretato un sentire diffuso e non più comprimibile.
Nel PD ci sono persone perbene, illuminate, che hanno la mia stima personale, che non potrò evidentemente sostenere alle elezioni amministrative e politiche, ma che ben volentieri appoggerò alle primarie, per contribuire, come posso, ad un percorso che mi vede coinvolta come cittadina prima di tutto. Il dibattito di fondo sul pro o contro Renzi, non mi può lasciare indifferente, perché penso e non sono la sola, che l’Italia non reggerebbe ad un secondo governo del giovane affabulatore toscano.
Se questo viene giudicato trasformismo, compiango sinceramente la pochezza intellettuale di chi ha questi pensieri così irrimediabilmente stupidi, ma vivrò benissimo anche senza la loro superflua approvazione, invito invece gli amici di centro destra ad aprire un dibattito approfondito per ragionare su temi di democrazia partecipata e trasparente, portando il Palazzo tra la gente e smettendo di chiudere le porte in faccia, perché altrimenti la politica la faranno soltanto gli addetti ai lavori, consentendo ai tanti Soros del mondo di comprarsi governi per un piatto di lenticchie.
Per chi non lo sapesse (magari, molti…) sono animalista di fondo e nel mio piccolo, cerco di fare quanto è nelle mie ridotte possibilità per migliorare la vita dei nostri amici a quattro zampe che, credetemi, ristretti nei canili, non se la passano troppo bene. Nel dibattito viterbese recente c’è la diatriba sul parco canile, ovvero un modello di canile più avanzato e civile secondo il quale dovrebbero essere trasformati quelli già esistenti. Il Consigliere Regionale Enrico Panunzi si è speso fattivamente e pubblicamente per la realizzazione di questo progetto, anche per questo motivo, di cui lo ringrazio, insieme ai tanti amici sensibili a questi temi di civiltà, cercherò di sostenerlo nelle primarie del suo partito.
Qualcuno penserà che io sia impazzita, ma non mi sono mai curata delle beghe di bottega e sono sempre andata per la mia strada, rispondendo solo alla mia coscienza; anche questa volta sono certa che il percorso non sarà solitario e se è follia, allora è la lucida follia di Erasmo da Rotterdam, oppure, forse, politicamente parlando, dovrebbe essere l’intuizione di uno statista che, notoriamente, non pensa solo alle prossime elezioni, bensì alle prossime generazioni.
Infine, nella mia gioventù, ho condotto un programma radiofonico, sapete come s’intitolava? “Non sparate su Antonella”… Meditate, gente, meditate…
Antonella Bruni

 

Ringraziamo Antonella per una libera considerazione e riflessione che potrebbe essere condivisibile o meno ma un fatto è certo che in uno stato democratico e se ci fosse vera politica ognuno ha il diritto di esprimere il proprio pensiero anche nella sua lucida follia.