“Tra la vendita di un farmaco e l’altro mi compro una bella casetta all’asta”. Qualcosa però è andato storto
VITERBO – Notizie vere, falsi scoop, impotenza. Giornalistica. A Viterbo sembra che sia esplosa una nuova moda, un nuovo modo di essere e di fare giornalismo. Alla mancanza di informazioni, all’assenza di fonti, allo scoramento che da questi due fatti può subentrare in chi è costretto ad inghiottire il rospo (in gergo giornalistico si dice “è stato bucato”) si fa fronte non cercando di mettersi al corrente, ma mettendo in dubbio ciò che altri, colleghi, scrivono attingendo da quelle fonti che mancano a chi fa il “contestatore”.
Non si ha il coraggio (si potrebbe essere smentiti dai fatti) di dire che una notizia non è vera, che si tratta di un falso scoop e si insinua il dubbio che potrebbe trattarsi di una montatura, di fumus persecutionis nei confronti di una classe politica che, comunque, fa di tutto per non essere cristallina.
E, per screditare, si insinua che alcuni fatti pubblicati appena l’altro ieri potrebbero essere il codazzo di eventi verificatosi e già risolti almeno un decennio addietro.
Chiaro che non è così.
Se l’articolista di quel quotidiano (una volta ben più prestigioso, ma tanto tempo addietro) che ha pubblicato a tutta pagina quello che avrebbe dovuto essere, eventualmente, una corsivo e non un’apertura di cronaca (le aperture, preciso per chi non si intende di giornalismo, si fanno su fatti reali di cronaca viva e non su opinioni, che essendo tali, sono del tutto … opinabili), se l’articolista di quel quotidiano avesse avuto fonti attendibili, comunque fonti, non avrebbe scritto quanto, ridendo in modo esilarante, abbiamo letto oggi.
Non si sarebbe prestato ad almeno tre sospetti:
1- che quanto fin qui sostenuto in tema di fonti di informazione e, quindi, di prestigio di testata (più se ne ha meglio è, vuole dire che quel giornale “pesa”) corrisponde a realtà e che il prestigio di una volta è andato a ramengo;
2- che, magari avendo le fonti ed essendo in possesso delle stesse informazioni, si accusa la “buca” subita. Ma, in questo caso, non si dovrebbe mettere in discussione il lavoro e le informazioni degli altri;
3- che, essendo in possesso delle stesse informazioni, “si scende in campo” per difendere posizioni acquisite di altri. Cioè si scrive non su “informazione” ma “su ordine”.Insomma, si potrebbe anche essere prezzolati, al di là di quanto potrebbe chiedere l’editore a quel giornalista. E nel panorama della stampa viterbese di oggi, che cerca di destreggiarsi tra i mille rivoli della politica locale e il doppio degli interessi di chi vi è intricato, questo potrebbe essere più che possibile.
“Etruria News” dichiara che quanto pubblicato finora è fonte di vere informazioni, informazioni giornalistiche che non cerca di nascondere ai propri lettori, informazioni che, così come le tante altre pubblicate sono vere e che, anzi, sono state edulcorate per evitare, facendo nomi e cognomi degli inquisiti, di ostacolare il normale corso delle indagini.
“Etruria News” non nasconde nulla e non attacca nessuno: è una testata giornalistica che onora il suo dovere di informare i lettori.
Se non lo facesse, in primo luogo, oltre a non avere motivo di esistere, limiterebbe i motivi per cui la testata è stata fondata e disonorerebbero i suoi redattori quella che è la professione giornalistica. Non si tratta, quindi, di “notizie vere o falsi scoop”, ma soprattutto di Credere nella professione e nel dovere di informare. Di avere fonti di informazione e non essere sottoposti a nessuno. Una questione di attributi, cioè.
Ah, si parlava del ciclone che potrebbe travolgere fra poco i “residenti” a Palazzo dei Priori.
il direttore