Viterbese – L’avvocato dei Casamonica è pronto per il nuovo corso. Intanto Camilli tratta con la Cremonese la cessione di Iannarilli

Luca Pensi responsabile di mercato, allenatore Riccardo Bocchini e quegli strani intrecci (ma non troppo) con la Ternana

VITERBO – Il paffuto e vulcanico ormai ex presidente della Viterbese Calcio, Piero Camilli, qualche settimana fa, fu visto e fotografato a Terni mentre si pensava volesse acquistare la squadra delle Fere.

Non se ne fece nulla ma di ternani ed ex stanno per piombare al Rocchi in massa.

La nuova Viterbese sarà quindi a tinte rossoverdi. Camilli ha venduto la società a Luca Tilia, ex presidente di Martina e Casertana, personaggio molto discusso e per niente trasparente nelle sue azioni che i campani hanno ribattezzato col nome d’arte “bill capill”  ovvero “belli capelli” per la sua fluente chioma anni ’70.

Il consulente di mercato sarà Luca Pensi, ternano doc così come il segretario generale Italo Federici (anche ex Ternana) già a Viterbo qualche stagione fa.

Riccardo Bocchini, ex Martina Franca, sarà invece l’allenatore che gode di una certa amicizia con Tilia.

La trattativa è a buon punto ma sembrerebbe che Camilli voglia prima fare un po’ di cassetto con il portiere Antony Iannarilli, ambito sul mercato da svariate formazioni sia di Lega Pro che di Cadetteria.

Secondo quanto riporta alcuni siti, il guardapali classe ’90, è finito nel mirino della Cremonese, neo promossa dallo scorso campionato in Serie B che starebbe valutando la proposta fatta da Camilli che lo quasi regalerebbe per 200mila euro.

Dopo le polemiche delle prime ore e dopo essersi presentato al Rocchi con una fumante (nel vero senso della parola tanto che qualcuno pensava ad un incendio) Jaguar fuori mercato da anni, il buon Tilia avrebbe lasciato intendere che lui sarebbe solamente il professionista che sta seguendo la cessione per un suo cliente.

Radio Serva ha fatto uscire il nome di Paolo Cipriani ex dirigente dello Ior.

Paolo Cipriani dal Vaticano al Rocchi?

Di lui le cronache raccontano di una brutta vicenda legata al riciclaggio finita alla vigilia di questa primavera.

Il giudice monocratico del tribunale di Roma, Luca Ghedini Ferri (coincidenza delle coincidenza, fino a qualche mese fa era al Tribunale di Viterbo) ha inflitto la condanna all’ex direttore generale (Cipriani) e l’ex vicedirettore (Tulli) dirigenti dello Ior (Istituto per le opere di religione), per aver violato nel 2010, in tre distinte circostanze, la normativa in materia di antiriciclaggio, omettendo di fornire alla Jp Morgan “informazioni sullo scopo e sulla natura” di tre operazioni bancarie, riferite al trasferimento di 120mila, di 48mila e di 100mila euro.

Cipriani e Tulli, che hanno ottenuto la sospensione della pena e le attenuanti generiche, sono stati invece assolti, perché i fatti non sussistono, da altri sei episodi contestati dalla Procura, a cominciare da quelli relativi al trasferimento di 23 milioni di euro da una filiale del Credito Artigiano alla Banca del Fucino (3 milioni) e alla Jp Morgan Frankfurt (20 milioni).

Denaro che fu temporaneamente posto sotto sequestro e poi restituito all’Istituto Opere di Religione nel giugno del 2011.

Dell’udienza del 20 gennaio scorso, il pm Stefano Rocco Fava aveva sollecitato la condanna di Cipriani a un anno di reclusione e quella di Tulli a dieci mesi.