L’ex responsabile economico del PD, dopo le ultime interviste rilasciate da Cacciaglia al Sole 24 ore e da Bastari al Messaggero
CIVITAVECCHIA – L’esile barlume d’intelligenza che sopravviveva per miracolo nello sfascio della Fondazione si è spento. La consegna del silenzio pare sia caduta e prende invece il via il festival delle brutte figure, tra tentativi di bugia e tanta mediocrità.
Così prova a difendersi dal Sole 24 ore, sulla truffa Svizzera, un “ingenuo” Cacciaglia in un articolo del 31 luglio: “Ci siamo fidati di Vincent Derudder uno dei massimi esponenti del mondo finanziario mondiale”.
ùUn attimo prima il giornalista gli aveva fatto notare che Larini era un investitore abusivo, che non era nemmeno iscritto all’Albo dell’Autorità di vigilanza del Canton Ticino e che la sua Fondazione era stata la principale e più ingenua vittima, spennata di ben 25 milioni in una truffa che arriva a 40 con una serie di piccoli privati.
Per il Sole 24 ore, la Cariciv è la pecora nera, quella che porta i soldi all’estero quando avrebbe dovuto tenerli all’interno del sistema bancario e soprattutto rispettare le regole imposte da Mef e Acri: mai più di un terzo del capitale allo stesso investitore. Eppure, viene detto chiaramente, avrebbe avuto tutti i mezzi per difendersi.
A seguire il presidente del Collegio sindacale Bastari colto nell’intento di confezionare un messaggio falsamente rassicurante, ma assolutamente ingannevole anzitutto nei confronti degli organi societari e poi dell’opinione dei cittadini.
Al suo infelice esordio sulla stampa prova a sostenere che il capitale non è diminuito, ma aumentato da 44 milioni nel 2002 a 49 a fine 2016.
“Dimentica” che nel 2014 il capitale ammontava a ben 64,1 milioni grazie alla vendita degli sportelli bancari al San Paolo e tralascia di dire che in quei 49 milioni iscritti attualmente a bilancio sono ancora compresi anche i 19 portati in Svizzera e affidati nelle mani del truffatore Larini.
Risultato: in realtà il capitale disponibile è di 27.903.185,24 euro (confronta pagina 4 della relazione al bilancio 2016) e negli ultimi tre anni sono stati bruciati 14,3 milioni.
Bastari , per il delicato incarico che ricopre, dovrebbe sapere meglio di chiunque che i conti versano in gravi condizioni e che l’attuale gestione passa da una truffa a un fallimento.
L’ultimo è la cessione lampo del ramo d’azienda che comprende la televisione. L’imprenditore prescelto, dopo appena 15 giorni, ha mandato tutti a casa e non ha mantenuto gli impegni.
Ora la Fondazione vuole fare marcia indietro e riprendersi tutto. Così cresce la sensazione che il primo che passa sia capace di prendere per il naso la Fondazione. Meglio il silenzio.