La curatrice fallimentare avrebbe omesso di informare la sezione fallimentare degli impegni vincolanti presi dall’istituto di credito
CIVITAVECCHIA – Dovrebbe esserci un acquirente per lo yacht Privilege, la mega imbarcazione in costruzione alla Mattonara la cui società è fallita e il cui caso ha coinvolto pesantemente anche Banca Etruria. Un’offerta da 13 milioni di euro sarebbe stata presentata in occasione della quarta asta. La curatrice fallimentare dottoressa Daniela De Rosa, al fine di rendere più appetibile la vendita ha stornato in due tronchi la Privilege: da una parte il cantiere dall’altra lo yacht. A distanza di qualche giorno, dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia è emersa l’identità di un nuovo indagato nella lunga e complessa indagine.
Lo scorso anno erano finiti agli arresti domiciliari Mario La Via e Antonio Battista, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex direttore amministrativo della Privilege Yard, accusati di bancarotta fraudolenta, reati tributari e violazione di specifica fattispecie contemplata nella normativa antimafia.
Adesso dovrà rispondere delle sue azioni anche il dottor Angelo Di Paolo, il consulente che effettuò la perizia estimativa sul valore dell’imbarcazione per richiedere finanziamenti alla Barklays Bank di Londra.
A fronte però del tanto annunciato “colpo” e cioè la vendita dello scafo della Privilege Yard, ormai un rottame arrugginito, sono cominciati a circolare dubbi e sospetti sul modus operandi della curatrice fallimentare.
La vendita dello scafo, infatti, non permetterebbe nessun incasso da parte dei molteplici fornitori ammessi a credito.
Abbiamo cercato, a questo punto, di saperne di più. E’ emerso che la curatrice, invece di indire continue aste al ribasso e ricorrere al frazionamento delle stesse che hanno prodotto un’offerta così bassa, avrebbe potuto agire diversamente.
In che modo?
Innanzi tutto la curatrice fallimentare dottoressa Daniela De Rosa avrebbe omesso di informare la Sezione Fallimentare e la Procura della Repubblica di Civitavecchia degli impegni vincolanti presi dalla Barclays Bank, Londra, quegli impegni poi disattesi e non mantenuti per motivi che nulla hanno a che vedere con la vicenda Privilege.
Se si osservano le dinamiche storiche, il non aver mantenuto questi impegni, fa della Barclays Bank, una delle principali artefici del fallimento Privilege e, di queste dinamiche, la curatrice De Rosa era perfettamente a conoscenza avendo, ovviamente, tutti i documenti comprovanti le operazioni dell’istituto londinese.
Non sappiamo il perché ma, ignorando tali documenti, è segnale evidente che la curatrice fallimentare non ha intentato alcuna azione legale nei confronti della suddetta Banca, azione che, invece, secondo la giurisprudenza fallimentare e la Legge Finanziaria, era obbligata ad eseguire in difesa dei tanti creditori.
Tale azione avrebbe sicuramente portato all’ottenimento di una somma capace di soddisfare appieno o in parte i creditori del fallimento.
Questo comportamento, alquanto sospetto e colpevole della curatrice fallimentare dottoressa Daniela De Rosa, emerge in modo inequivocabile dalla richiesta di ricusazione e rimozione dall’incarico della stessa, presentata alla Sezione Fallimentare dall’avvocato Ferrabecoli per nome e conto di alcuni creditori.
Una richiesta resasi necessaria in quanto, precedenti istanze, presentate alla De Rosa dai legali dei creditori, quali il professor Salvatore Patti, dall’avvocato Papale, la invitavano ad azionare, proprio nell’interesse dei loro assistiti, richieste alla Barclays Bank di danni conseguenti alle azioni più che discutibili dell’istituto stesso.
Secondo quanto raccontato da alcuni protagonisti di questi esposti e richieste, la curatrice fallimentare dottoressa Daniela De Rosa, ha sempre addotto assurde scuse per la sua condotta, rifiutandosi, ci dicono, di adempiere ai doveri a lei imposti dalla Legge Fallimentare, quale Curatore del fallimento.
Tornando poi al nuovo indagato dottor Di Paolo, corre l’obbligo di ricordare che è stato più volte nominato perito d’ufficio dal Tribunale e dalla Procura di Civitavecchia e che ha nominato, per essere assistito in questo procedimento, l’avvocato Daniele Barbieri del Foro di Civitavecchia.
Va sottolineato che sul modus operandi della De Rosa emergono anche elementi abbastanza singolari come quello di aver contestato al Di Paolo di essere stato un militare della Guardia di Finanza dove invece ha operato e prestato servizio per quasi vent’anni.
Ultima cosa, il trasferimento del magistrato Lorenzo Del Giudice che aveva sin qui condotto le indagini ha obbligato la Procura ad assegnare il fascicolo alla dottoressa Migliorini e al dottor Piloni.