Perde di interesse la vicenda che vede coinvolte grandi aziende e imprenditori locali e il protagonista negativo dell’allora Autorità Portuale, il segretario generale Maurizio Ievolella
CIVITAVECCHIA – Tribunale blindato ieri mattina, o meglio “isolata” l’aula del Gup Massimo Marasca dove si è svolta l’udienza per decidere le sorti delle imprese nazionali e locali che avrebbero utilizzato materiali scarsamente idonei (secondo l’accusa) per riempire i cassoni in corso di realizzazione per le banchine del nuovo tratto di porto meglio conosciuto come Darsena Grandi Masse.
Presenti all’udienza avvocati e molti degli indagati. La posizione più delicata appare quella dell’ex direttore generale Maurizio Ievolella che, con le sue decisioni e soprattutto con le sue firme, avrebbe avallato decisioni che, secondo il magistrato inquirenti di allora, Lorenzo Del Giudice, permisero di non rispettare il capitolato d’appalto.
I carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico di Roma), coordinati dall’ex procuratore capo Gianfranco Amendola (oggi fortunatamente in pensione), sequestrarono preventivamente l’area bloccando i lavori dopo il decreto emesso dal Gip del Tribunale di Civitavecchia, Lorenzo Ferri.
Al centro dell’indagine la conformità con il capitolato di gara del materiale previsto per la costruzione e il riempimento dei cassoni della darsena ed i dragaggi necessari alla stessa opera.
La vicenda ebbe grande risonanza per l’avviso di garanzia all’allora Commissario dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, che per verità, gli si contesta solo un solo reato, quello del falso ideologico, connesso, secondo l’accusa, all’assenza di una autorizzazione paesaggistica. Reato che, secondo il legale di Monti, Miroli, è stato erroneamente attribuito alle funzioni dell’allora commissario. Reato che, tra le altre cose, è già vicino alla prescrizione.
Tanti invece gli indagati tra i dirigenti ed i funzionari dell’ente portuale.
Il sostituto procuratore Allegra Migliorini che ha ereditato il corposo faldone dal suo predecessore Lorenzo Del Giudice ha parlato per meno di dieci minuti, limitandosi a leggere quella che è sembrata un’informativa di polizia giudiziaria e chiesto il rinvio a giudizio per tutti.
Sarà il processo a fare luce sulle singole responsabilità dunque. L’udienza è stata sospesa nel primo pomeriggio per impegni del giudice. Il dibattimento riprenderà il 10 ottobre prossimo quando finiranno le arringhe dei difensori dei cavatori e il giudice per le udienze preliminari, Massimo Marasca, deciderà chi processare e chi no.