Escono di scena i politici nominati nei comitati di gestione portuale. Adesso il sindaco Cozzolino dovrà nominare un professionista (sarebbe ora)
ROMA – «Il Comitato di gestione, su proposta del Presidente dell’Autorità di sistema portuale e sentito l’Organismo di partenariato della risorsa mare di cui all’articolo 11-bis, approva il regolamento che disciplina l’organizzazione, il funzionamento e il monitoraggio dello Sportello Unico Amministrativo, secondo Linee guida approvate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.”; b) dopo il comma 1, è aggiunto il seguente: “1-bis Il Presidente dell’Autorità di sistema portuale vigila sul corretto funzionamento dello Sportello Unico Amministrativo, anche al fine di segnalare, nell’ambito della Conferenza nazionale di coordinamento di cui all’articolo 11-ter, eventuali prassi virtuose da adottare o eventuali disfunzioni da correggere». È uno dei passaggi dell’ultima versione dello schema del cosiddetto “correttivo porti”, approvato l’11 dicembre scorso.
In poche parole sindaci e politici non potranno sedere più nei comitati di gestione. Un duro colpo soprattutto per il Movimento 5 Stelle che perde il rappresentante politico sia a Livorno che a Civitavecchia.
Nel dettaglio, viene approvato il cosiddetto organico porto, che permette alle Autorità di sistema portuale di finanziare con una quota fino al 15% delle entrate fiscali al finanziamento dei «piani operativi di intervento per il lavoro portuale finalizzati alla formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione e la ricollocazione del personale interessato in altre mansioni o attività sempre in ambito portuale» per terminalisti, imprese portuali, compagnie. Non sono previsti i prepensionamenti diretti ma la possibilità di ricollocazione del personale dipendente in difficoltà, aprendo potenzialmente la possibilità di inglobare la Pietro Chiesa all’interno della Culmv (gli art. 17 vengono inoltre definiti servizi di interesse generale per il porto).
Qui sotto l’intero passaggio del decreto: h) dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti: “3-bis. Il Piano di cui al comma 3, lettera s-bis), soggetto a revisione annuale, ha validità triennale e ha valore di documento strategico di ricognizione e analisi dei fabbisogni lavorativi in porto e non produce vincoli per i soggetti titolari di autorizzazioni e concessioni di cui agli articoli 16 e 18, fatti salvi i relativi piani di impresa e di traffico. Sulla base del Piano, sentiti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, il Presidente dell’Autorità di sistema portuale adotta piani operativi di intervento per il lavoro portuale finalizzati alla formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione e la ricollocazione del personale interessato in altre mansioni o attività sempre in ambito portuale. 3-ter Per il finanziamento dei piani operativi di intervento per il lavoro portuale di cui al comma 3-bis, l’Autorità di sistema portuale può destinare una quota, comunque non eccedente il 15 per cento, delle entrate proprie derivanti dalle tasse a carico delle merci imbarcate e sbarcate, senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato. L’impresa di cui all’articolo 17, comma 2, le imprese di cui agli articoli 16 e 18, ovvero l’agenzia di cui all’articolo 17, comma 5, sono autorizzate a computare nei limiti previsti per il collocamento obbligatorio dei disabili il personale operativo riconosciuto invalido civile ovvero titolare di rendita INAIL permanente o inidoneo permanente alla propria mansione.”
Tra le altre rimangono esclusi i sindaci dai Comitati di gestione, le consultive si potranno esprimere anche sul rinnovo rilascio o ritiro delle concessioni,sono previste semplificazioni nei piani regolatori portuali dove si presenta la necessità urgente di modifiche sulle opere portuali.