Arriverà venerdì il decreto del governo che cambia le regole sulle intercettazioni: tutti i dati non rilevanti, attinenti alla sfera privata dei cittadini, non entreranno più nei documenti delle inchieste, nemmeno nei brogliacci della polizia
ROMA — Ultimo passaggio domani in Consiglio dei ministri per la riforma delle intercettazioni, una misura attesa da anni e che — ottenuto il parere delle Camere — si avvia a diventare legge alla fine della legislatura. Nel decreto che varerà il governo viene introdotta una nuova filosofia delle intercettazioni, in cui privacy dei cittadini, diritto di cronaca dei media e obiettivi delle inchieste penali trovano un equilibrio diverso rispetto al passato.
Via i dati «non rilevanti»
Cambiano le responsabilità, il procuratore generale avrà quella di custodire le intercettazioni in un archivio riservato, che verrà istituito. Gli ufficiali di polizia giudiziaria avranno gli stessi poteri del passato, ma non potranno più trascrivere se non le notizie utili a fini dell’inchiesta. Il pubblico ministero dovrà immediatamente selezionare quelle che entreranno a far parte del fascicolo del procedimento. E dunque tutti dati non rilevanti, attinenti alla sfera privata dei cittadini, non entreranno più nei documenti delle inchieste, nemmeno nei brogliacci di polizia. Saranno piuttosto indicate solo la data, l’ora e il dispositivo su cui la registrazione è avvenuta. Solo al giudice e ai difensori sarà possibile l’ascolto, ma non la copia, delle registrazioni complete, contenenti anche i dati irrilevanti ai fini dell’inchiesta.
Più tutela per le difese
Nel testo di domani vengono recepite due ultime novità, su cui le Camere si sono espresse in modo favorevole. Vengono aumentate le garanzie per le difese: gli avvocati avranno 10 e non 5 giorni per esaminare il testo delle intercettazioni sui loro assistiti. Le conversazioni fra avvocato e assistito non potranno mai essere intercettate, e se questo dovesse avvenire per sbaglio non potranno mai essere trascritte. Si concede anche ai giornalisti l’accesso agli atti depositati e non più coperti da segreto. Questa ultima misura entrerà in vigore 12 mesi dopo l’approvazione della riforma, dunque alla fine del 2018. Il decreto del governo modificherà sia il codice penale che quello di procedura penale.