Francesco Maria Di Majo in una posizione davvero imbarazzante sembra non aver capito bene il ruolo istituzionale che riveste e i suoi compiti
CIVITAVECCHIA – Che il Governato uscente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, arrivi a Civitavecchia per sostenere la candidatura dell’onorevole Marietta Tidei e di Marco Vincenzi alla prossima tornata elettorale non c’è niente di male. Rientra nel gioco delle parti ovviamente.
La cosa che stona e che trasformerà questo normale incontro elettorale in un vespaio di polemiche l’incredibile presenza non tra il pubblico ma tra i protagonisti del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Francesco Maria Di Majo.
Il ruolo di presidente dovrebbe essere di garanzia per tutti e, anche se la nomina è decisamente politica, nessuno mai, prima di Maria Di Majo, si era spinto così oltre sostenendo senza vergogna uno schieramento piuttosto che l’altro.
Un atto di fede e di ringraziamento a Zingaretti che ha firmato il via libera per la sua nomina al ministro Delrio ma che certo creerà non pochi mal di pancia in tutti gli altri ambienti politici, dal Movimento 5 Stelle all’intero centrodestra.
Alle prese con feroci polemiche interne, dovute alla riorganizzazione e alla rotazione dei dirigenti. Alle grane della PAS e soprattutto all’emorragia di navi merce che sembra inarrestabile lui, l’uomo che si fa raccomandare un po’ da tutti (ci ha fatto giungere pressioni da vari livelli istituzionali per non scrivergli cose negative) era lì, insieme al suo suggeritore e complottista Ivan Magrì (del quale racconteremo anche di come stia portando avanti le trattative di Fiumaretta e dell’Istituto Santa Rita) a sostenere in modo inequivocabile Nicola Zingaretti.
Probabilmente è vero quello che dicono con maggiore frequenza le persone che hanno avuto a che fare con lui, e cioè che non è una cima, ma anche il più sprovveduto dei manager di Stato avrebbe evitato di mettere in imbarazzo due candidati alla regione con tanto di presidente al seguito.
Niente o meglio tanto. Già perché questa sua presenza equivale ad una firma che potrebbe costargli molto cara se Zingaretti non dovesse riuscire a tornare in quell’ufficio dove tutt’oggi risiede.
Francesco Maria Di Majo ha le mani in pasta un po’ ovunque nei partiti di Civitavecchia. Ad esempio, un suo Rup è stato per qualche giorno candidato alle Parlamentarie dei 5 Stelle prima che una sommossa popolare lo facesse desistere.
Parliamo di Giuliano Gruner che, oltre ad avere questa consulenza come assistente al Rup è riuscito a far aver un incarico legale anche al suo socio di studio Dinelli.
Ovviamente di queste cose non c’è traccia sul sito istituzionale. Il presidente si guarda bene dall’essere trasparente. Ecco perché saremo costretti a segnalare la cosa direttamente all’ANAC di Cantone e anche alla Corte dei Conti perché di cose strane ne sta facendo davvero tante.
Invece di stare lì a fare il supporter politico dovrebbe spiegare come sia stato possibile affidare l’incarico al dottor Claudio Gorelli, relatore della Corte dei Conti sulla gestione dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, non essendo trascorsi i tre anni da quell’estensione ad oggi.
Invece di pavoneggiarsi ad intellettuale di sinistra dovrebbe spiegare come è stato in grado di firmare alcuni decreti nel periodo di Natale quando invece non era in sede ma in vacanza in Austria.
No! Lui se ne frega e trova il tempo per andare da Zingaretti e battere le mani così forte che i microfoni dei consiglieri comunali d’opposizione hanno rischiato di staccarsi per lo spostamento d’aria.
Bravo Maria Francesco. Non c’è che dire. Un presidente che ha già capito come stanno le cose. Se non vince Zingaretti è meglio fare le valige in fretta e in furia, altro che uffici di castigo camuffati da ufficio di studio e ricerca dove mandare i poco graditi a lui e al suo mentore Magrì.