Non solo polemiche per questa apertura a danno delle attività vicine ma anche accuse di pressioni per far assumere le persone in cambio di velocizzare le autorizzazioni
TARQUINIA – Le polemiche sull’apertura del nuovo punto Bricofer su Tarquinia sono in corso ormai da tempo. Se ne è discusso a vari livelli ma, adesso, lo scontro si è alzato di livello tanto da ipotizzare interventi della Procura di Civitavecchia per verificare alcune situazioni che, definirle anomale, è davvero poca cosa.
Il sindaco della cittadina etrusca si è sempre trincerato dietro la legge Bersani e non si è preoccupato minimamente dei guasti che questa attività potesse provocare su un tessuto commerciale già duramente provato dalla crisi economica.
Rimane ancora poco chiaro chi ci sia realmente dietro al famoso brand.
In un comunicato uscito a ridosso dell’inaugurazione avvenuta il 25 gennaio scorso, il nuovo punto vendita Bricofer, si è venuti a conoscenza che a gestirlo è l’affiliato Smb S.r.l.s. Società che di recente è entrata a far parte del gruppo di Pulcinelli.
Sul fronte dei servizi, offrono consulenza specializzata offerta da uno staff di 16 addetti alle vendite. Oltre al pacchetto standard (tintometro, taglio legno gratuito, duplicazione chiavi e telecomandi) è previsto anche un servizio di consegna gratuita entro i 10 km per i clienti che acquistano merci ingombranti.
Non c’è che dire. Un ottimo spunto per fare spazio a tanti giovani senza lavoro. Quando apre un’attività è sempre così, si spera di poter trovare occupazione e quindi si iniziano a presentare curriculum che, per comodità, ci dicono venissero lasciati in un bar, pizzeria ristorante prospiciente il nuovo punto vendita.
Ma adesso viene il bello. Alcune lavoratrici portate a Tarquinia da uno dei punti vendita vicini, presumiamo Civitavecchia o Viterbo, dopo averle fatte affiancare alle nuove reclute per insegnare loro il mestiere, sono state licenziate.
Chi sono queste nuove assunte che tanto fanno chiacchierare in paese?
Semplice, una è una ragazza impegnata politicamente da tempo nelle fila del gruppo politico ormai confluito con Forza Italia di Rinnova e che ha svolto lavori di segreteria per l’attuale sindaco Mencarini in campagna elettorale e cioè Sabrina Gelli. Insieme a lei anche Alessandra Felici che ai più non dice nulla ma che invece a chi ha frequentato la segreteria politica del sindaco ricorda bene perché, anche lei, lavorava nell’ufficio politico del primo cittadino tarquiniese ma tra loro spunta anche il nome di Michela Giannini anche lei con trascorsi nella lista del gruppo politico di Rinnova. (basta digitare il nome di queste ragazze e trovare facilmente il loro impegno politico diretto e indiretto)
Un bel filotto per il gruppo del sindaco e, soprattutto, del suo vicesindaco Catini, che ha piazzato al lavoro tre grandi elettrici. Il fatto che per far spazio alla loro assunzione si siano licenziate altre persone è cosa nota. La notizia esce dallo stesso ambiente “hanno licenziato due colleghe che avevano fatto i corsi a Roma e lavorato a Viterbo (avevano comunque dei contratti a termpo determinato scaduti e non rinnovati, ci dicono). Loro sono arrivate, vestite e subito pronte al lavoro”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il direttore della filiale di Tarquinia, Michelangelo De Francesco, per chiedere spiegazioni a queste voci, anzi polemiche che in questa fase elettorale sono assai pesanti ma ci ha detto che a darci risposte sarebbe stato il referente della società. Gli abbiamo lasciato il numero e aspettiamo che ci faccia una telefonata. Crediamo che non ci sia niente di strano in tutto quello che abbiamo raccontato, del resto siamo in Italia, che si tratti dunque di mere coincidenze e che queste polemiche siano normali e strumentali ma, in un centro così piccolo, la gente mormora.
Vediamo ora se il leader di Codacons, Rienzi, autore di tantissime battaglie su questo argomento, visto che risiede e quindi vive a Tarquinia, si occuperà della vicenda.