Otto persone finite nel fascicolo della procura di Viterbo. I reati contestati: abuso d’ufficio e falso ideologico
MARTA – La Guardia di finanza, su richiesta della procura di Viterbo, ha eseguito il sequestro della struttura portuale del comune di Marta, nell’ambito di un’indagine coordinata dal procuratore di Viterbo Paolo Auriemma e dal pm Massimiliano Siddi che vede indagati il sindaco e altre 7 persone per reati ambientali, abuso d’ufficio e falso ideologico.
Il decreto di sequestro, emesso dal tribunale di Viterbo, arriva a conclusione di un’inchiesta condotta dai finanzieri del capoluogo e dalla stazione navale di Civitavecchia, risalente a circa due anni fa, periodo nel quale sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione e ampliamento della diga frangiflutti di circa 270 mt, realizzata presso la foce del fiume Marta sul lago di Bolsena.
Sono contestate agli indagati alcune violazioni connesse alla normativa ambientale, oltre che l’abuso di atti d’ufficio e il falso ideologico, per avere irregolarmente adibito la struttura portuale a zona di attracco per imbarcazioni, destinandola a finalità non previste dalle autorizzazioni, con grave impatto sull’equilibrio ambientale della zona lacustre, protetta da particolari vincoli paesaggistici.
Proprio sull’irregolare destinazione della struttura in cemento si fonda la richiesta di sequestro della procura di Viterbo che aveva evidenziato come l’opera fosse stata progettata come diga frangiflutti (necessaria per la protezione della darsena) ed autorizzata dalla regione lazio solo come opera idraulica finalizzata a prevenire il fenomeno dell’insabbiamento.
Dagli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle, il comune aveva invece adibito la struttura a zona di attracco per diportisti, mediante installazione di pontili galleggianti, anelli di ancoraggio e corpi morti sui fondali, che difettano anche degli opportuni collaudi, in palese distonia con le finalità primarie dell’opera idraulica ed in violazione del vincolo paesaggistico, con potenziali rischi connessi anche alla sicurezza dei natanti ed all’inquinamento dell’area.
Il lago di Bolsena è di origine vulcanica, il più grande del Lazio e il quinto in Italia per dimensioni. La realizzazione della nuova opera, ultimata nel 2016 e la relativa trasformazione dell’assetto dell’area portuale, ha costituito anche presupposto per la illecita percezione, da parte dell’amministrazione del Comune di Marta, di proventi economici corrisposti dai turisti con l’attracco delle imbarcazioni, utilizzando attrezzature non collaudate.
Tali strumenti non potevano essere inseriti nella costruzione dell’opera idraulica, perché palesemente esclusi dalla relazione di progetto, dato il potenziale impatto sulla componente idrico-ambientale.