Getta fango sulla Procura di Civitavecchia che, secondo lui, da mesi, non gli rilascia un banale certificato ex art. 335 e mente sui tributi accollando tutta la colpa ai suoi dirigenti
CIVITAVECCHIA – Quando si dice: la toppa è peggio del buco. Appresa la notizia della indagine sui tre milioni di euro di crediti di HCS, fatti evaporare da Micchi, perché si sarebbero “dimenticati” di inviare le ingiunzioni entro il 31 dicembre 2017, il Sindaco pentastellato, Antonio Cozzolino ha detto una serie di fesserie, anzi, chiamiamole con il loro nome, MENZOGNE al cronista de “Il Tempo” che gli chiedeva spiegazioni.
L’effetto è quello di una secchiata di benzina sul fuoco ovviamente e questo signore dovrebbe solamente trovare il coraggio di ammettere quelle verità che tanto usciranno fuori, purtroppo, quando lui sarà stato già cacciato dal suo ruolo.
Ci riferiamo ad una serie di articoli da noi scritti che vanno dalle indagini per tentata estorsione ai danni dei lavorato di HCS agli abusi del forno crematorio e per finire, al danno erariale compiuto non chiedendo i soldi, tanti soldi, che il Comune aveva come credito da tributi non pagati.
Non solo Cozzolino ha confermato di essere a conoscenza di svalutazioni di crediti “anomale” da parte di Micchi (se vi siete persi l’articolo leggetelo qui). Ma ha confermato che non ha mai attivato i controlli previsti dalla Legge (controllo analogo) sul fatto che, quelle svalutazioni, fossero corrette o frutto di “dimenticanze”, ossia di gravi inadempienze del Liquidatore.
In altri termini, Cozzolino ha confermato che la voragine di HCS è stata determinata, in larga parte, quantomeno da colpa grave (o forse dolo) dei “suoi” amministratori.
Ora c’è da vedere quanto peseranno queste dichiarazioni nell’ambito della probabile bancarotta di HCS e nella sicura bancarotta di Città Pulita.
Gli amministratori che hanno sottratto ricavi (o crediti) delle società di cui è stato decretato il fallimento, dovrebbero essere assicurati alla legge come normalmente avviene per tutti gli altri comuni mortali.
Staremo a vedere. Certo è che a Civitavecchia il tempo della “immunità” garantita al Sindaco da ormai quattro anni sembra essere finita.
Altra dichiarazione grave, gravissima è quella da lui rilasciata nei confronti della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Una vera palla di fango.
Ha dichiarato al cronista de “Il Tempo” che in relazione al certificato ex art 335 cpp (cosiddetti carichi pendenti) vane sono state le sue richieste dopo che era scoppiata la polemica sulle sue pressioni fatte ai lavoratori HCS per farli passare alla nuova controllata CSP.
Il certificato ex art. 335 c.p.p., rilasciato in carta libera, viene emesso su richiesta delle persone interessate ed attesta le iscrizioni, nei registri in dotazione all’Ufficio di Procura, dei fascicoli ancora in fase di indagini preliminari. Normalmente viene letto, seduta stante, all’interessato che potrebbe richiederne copia cartacea.
Informazioni verbali
Le informazioni sui fascicoli richieste dai privati sono rilasciate dalla segreteria.
L’operatore di sportello rilascia verbalmente, alla persona interessata, esclusivamente informazioni inerenti il numero di procedimento penale ed il nominativo del PM assegnatario.
Informazioni più dettagliate (titolo di reato, RG, ecc..) possono essere richieste esclusivamente a mezzo richiesta certificazione ex art. 335 c.p.p.
Le persone interessate, già a conoscenza del numero di procedimento e del magistrato assegnatario, possono chiedere verbalmente anche informazioni sullo “stato” del procedimento.
Il certificato è gratuito.TEMPI DI RILASCIO: entro 1/2 giorni lavorativi dall’autorizzazione del P.M. competente.
Il Sindaco ha sostenuto che la Procura – abusando dei propri poteri – non lo vuole rilasciare da mesi, nonostante le sue richieste incessanti.
Sappiamo che questa è una menzogna facilmente smentibile. Ovviamente non ha il coraggio di mostrare ai suoi concittadini e all’assise comunale, alla quale aveva assicurato un’immediata lettura, un certificato zeppo di inchieste che lo riguardano e con reati che, a questo punto, riteniamo siano molteplici e gravi.
Se fossero vere le sue dichiarazioni, ma non lo sono, dovrebbe denunciare la cancelleria quantomeno per abuso di ufficio.
Ma, come più probabile, quello che sostiene Cozzolino non è assolutamente vero e quindi le sue sono gravi calunnie rivolte al Palazzo di Giustizia che invece, specialmente per quanto riguarda il rilascio di certificati, è sicuramente tra i più veloci d’Italia.
Chissà cosa ne pensa il capo della Procura Vardaro di tutto questo. Come è possibile consentire al primo cittadino di screditare in modo così ignobile sia il Procuratore che i suoi uffici!
Come mai il capo dei vigili urbani, venuto a conoscenza dei gravi abusi edilizi perpetrati al nuovo cimitero con la realizzazione del Forno Crematorio non ha provveduto, senza indugio, a mettere sotto sequestro il manufatto?
A questo sarà sempre la Procura a fare chiarezza. Già, Massimiliano Grasso così come i comitati hanno integrato le loro denunce anche su questo nella speranza che, quanto prima, venga fatta chiarezza.