BRACCIANO – La Raggi questa volta ha superato se stessa. Il lago di Bracciano non è una proprietà Acea ma un bene naturale che va universalmente tutelato. Mettersi a fianco della sua multiservizi per difendere generici diritti dei turisti che si recano a Roma, tradisce più logiche di cassa che reali esigenze di tutela della salute pubblica.
Piuttosto che chiedere l’annullamento della determinazione che dispone autorizzazioni da parte della Regione Lazio a nuove captazioni dal lago di Bracciano, la Raggi si preoccupi di dotare Roma di un sistema che garantisca acqua di riserva agli ospedali e all’intero sistema di emergenza. Tutto ciò non può dipendere dall’acqua di un lago che non è una mera vasca di accumulo ma un delicato sistema ecologico tutelato a livello europeo.
Far affermare dai propri legali che non risulta provato il danno, cozza inoltre con tutta una serie di documenti istituzionali tra i quali la relazione Ispra. Significa inoltre non tenere nel dovuto conto le indagini avviate presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Civitavecchia volte ad indagare sulle responsabilità del disastro ambientale in atto, indagini che hanno visto indagati i vertici di Acea Ato 2 e portato a perquisizioni a Piazzale Ostiense.
Piuttosto che assumere tali posizioni la Raggi abbia almeno il coraggio di dimettersi da sindaco della Città Metropolitana visto che l’hinterland è sacrificato ai disservizi della capitale.
La nostra battagli a tutela dell’ecosistema lago di Bracciano non si ferma.
E’ quanto commenta il Comitato Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano riguardo all’Atto di Intervento del sindaco pro tempore di Roma Virginia Raggi con il quale si chiede l’annullamento della Determinazione del 29 dicembre 2017 n. G18901 del Direttore della Direzione regionale risorse idriche e difesa del suolo.