La sua spocchia gli è costata cara. La sua permanenza tra i detenuti comuni è durata pochissimo. Dopo il pestaggio è stato medicato e riportato subito in isolamento
VITERBO – Ve lo ricordare quel ragazzo arrestato per terrorismo a Bagnaia che aveva bombe artigiani in casa e che pubblicava bestemmie sui social? Sì, quel Denis che si diceva potesse diventare pericoloso. Bene. Arrestato il 23 febbraio scorso la vita nel carcere di Mammagialla si è complicata e non poco.
Dopo la convalida dell’arresto, come prassi, il detenuto Denis Illarionovs ha lasciato il primo braccio di Mammagialla riservato all’isolamento e trasferito con i detenuti comuni. Una comunità che non l’ha accettato da subito e che ha punito il suo atteggiamento.
Sembrerebbe che, il giovane Denis, abbia tenuto un comportamento di supponenza e arroganza quasi ad intimorire i suoi colleghi di “braccio”.
Quest’ultimi, talmente spaventati, lo hanno accolto a suo di pugni, ceffoni e calci fino a quando l’intervento della polizia penitenziaria ha evitato che facesse una brutta fine.
Dopo averlo medicato, per motivi di sicurezza, il giovane è stato immediatamente ritrasferito in isolamento dove starà da solo in cella e non correrà pericoli. Già perché il suo destino, almeno a Mammagialla, è segnato.
I suoi idoli sono Eric Harris e Dylan Klebold, autori 19 anni fa della strage nella Columbine High School in Colorado, Micah Xavier Johnson, che nell’agosto 2016 ha assassinato cinque poliziotti a Dallas, e Sayfullo Saipov, il terrorista affiliato Isis che l’anno scorso a New York ha travolto e ucciso otto persone su una pista ciclabile.
Dal suo appartamento a Bagnaia, in provincia di Viterbo, dove la madre gli pagava l’affitto dalla Germania, Denis Illarionovs ne pubblicava le foto sui social, aggiungendo commenti positivi: Johnson era «il grande che ha bucato gli sbirri», Saipov «un altro angelo caduto nella terra degli infedeli».
Ma il ragazzo di Riga (Lettonia) di 24 anni, solitario e a detta della mamma «problematico, chiuso in se stesso e non incline alla socializzazione», come riporta il gip di Viterbo Savina Poli nella sua ordinanza, faceva anche altro: per l’accusa fabbricava bombe con esplosivi che ordinava per posta.
Anche il nitrato di potassio, fertilizzante usato per ordigni, compresi i fumogeni.
Dalla perquisizione di casa e garage sono saltati fuori quasi tre chili di nitrato di potassio (nella confezione a lui indirizzata dovevano essercene tuttavia cinque, come riporta l’etichetta), un candelotto funzionante (come hanno accertato gli artificieri) capace di fare fumo e fiammate, un altro con la scritta in cirillico «La bomba», sul quale a mo’ di schegge erano state incollate monete da uno e due centesimi di euro, con placche metalliche e resistenza elettrica alla base, polvere pirica, un fucile e due pistole soft-air, un tirapugni con lame. Il gip definisce ancora il lettone «incline alla violenza».
Una violenza che gli è costato il primo pestaggio della sua vita.