Secondo il tribunale di Roma gli insegnanti non avrebbero vigilato e ora il MIUR dovrà pagare i danni
MONTEFIASCONE – “Puzzi”, “Fai schifo, devi morire” e, ancora “ti uccido il fratellino”. Sono solo alcuni degli insulti (e delle minacce) che un ragazzino di 15 anni, preso di mira da un bullo,compagno di classe, ha dovuto sopportare, per mesi. Poi, alle parole pesanti sono seguite le botte e, fuori i cancelli della #Scuola (un istituto tecnico) c’è stato un vero e proprio pestaggio che ha portato lo studente in ospedale con il setto nasale rotto.
La sentenza choc
I genitori della vittima allora decidono di sporgere denuncia e la macchina della giustizia si mette in moto. Dopo qualche tempo, arriva il giorno della sentenza che, stavolta, è davvero sbalorditiva in quanto il bulletto l’ha passata liscia, mentre la scuola è tenuta a risarcire la vittima (nonostante l’aggressione sia avvenuta all’esterno dell’istituto e fuori gli orari scolastici).
Il tribunale civile di Roma, infatti, per la prima volta, ha ritenuto colpevole il corpo insegnanti. Nelle motivazioni si legge che il pestaggio non può essere ritenuto un fatto occasionale. I giudici sono convinti che l’aggressione sia stata una conseguenza prevedibile in quanto la vittima è stata bullizzata per mesi, durante il normale orario delle lezioni, con insulti, offese e minacce. Il corpo docente, dunque, ha sottovalutato la situazione o, comunque, non ha saputo vigilare sullo studente e tutelarlo adeguatamente al fine di evitare la peggio.
Questa sottovalutazione da parte dei prof e del preside dell’Istituto, per i giudici è un caso, chiaro, di culpa in vigilando. Per questo motivo Il Ministero dell’istruzione (MIUR) sarà costretto a versare alla famiglia della vittima un risarcimento di 12mila euro.
Bulli e prof
Nelle ultime settimane numerosi casi di bullismo hanno riempito le prime pagine dei giornali. E sempre più spesso le vittime dei bulli non sono coetanei, ma insegnanti. Solo qualche giorno fa, è stato reso noto, dal quotidiano La Nazione di Firenze, un episodio gravissimo accaduto lo scorso gennaio in un istituto superiore della provincia di Pisa: un ragazzo di 17 anni avrebbe puntato un’arma (che poi si è scoperta un giocattolo) alla tempia del suo insegnante (che lo aveva rimproverato) solo per il gusto di umiliarlo di fronte all’intera classe. Il prof, come avviene spesso in questi casi, ha provato a minimizzare l’accaduto, ma il ragazzino è stato comunque sospeso.
Bulli contro insegnanti anche all’istituto Benelli di Pesaro. In una classe quarta (con diversi ripetenti, già maggiorenni), alcuni studenti avrebbero aggredito un insegnante e brandendo un accendino, avrebbero gridato più volte: “bruciamo il prof!” #bullismo