Alitalia, blitz della GdF: si indaga per bancarotta fraudolenta. Emerse criticità e anomalie

Il decreto di acquisizione di documenti è stato emesso dalla procura di Civitavecchia che vuole verificare se ci siano eventuali reati di natura fallimentare. Un anno fa l’attacco di Montezemolo

Blitz della Guardia di Finanza negli uffici di Alitalia per acquisire documenti e relazioni sull’operato della precedente Amministrazione Straordinaria. Gli uomini delle fiamme gialle – per quanto si è potuto apprendere – agivano su delega della magistratura di Civitavecchia che seguono la pista della bancarotta fraudolenta.

Il decreto

L’operazione di raccolta delle informazioni pare sia stata disposta sulla base della relazione sulle cause di insolvenza depositata dai commissari straordinari di Alitalia al tribunale competente. Il decreto di acquisizione di documenti è stato emesso dalla procura di Civitavecchia, che ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta in seguito alla sentenza dello stato d’insolvenza di Alitalia emessa dal tribunale della cittadina laziale. A seguito di quella sentenza, la Gdf ha acquisito dai commissari straordinari di Alitalia numerosi documenti: l’analisi di questi ultimi, sempre secondo quanto trapelato, avrebbe consentito agli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria di far emergere una serie di criticità e anomalie.

E’ così scattata la nuova richiesta della procura e i finanzieri sono tornati nella sede di Alitalia a Fiumicino, con l’obiettivo di acquisire ulteriori documenti – di natura societaria, amministrativa e contabile – proprio per approfondire quelle criticità e verificare se vi siano eventuali reati di natura fallimentare.

Il riferimento all’ultimo bilancio

Secondo quanto scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, “nel provvedimento del Tribunale di Civitavecchia si fa esplicito riferimento all’ultimo bilancio depositato che registra una perdita d’esercizio pari a 408 milioni di euro e un rapporto di 1 a 2 tra attivo circolante e debiti” ma anche “alla situazione patrimoniale aggiornata al 28 febbraio 2017 che riporta un patrimonio netto negativo di 111 milioni di euro, perdite – solo nel periodo che va dal 1 gennaio 2017 al 28 febbraio 2017 – per 205 milioni di euro e un rapporto di 2 a 5 tra attività e passività correnti, evidenziando il perdurare di una situazione di oggettiva impotenza economica di natura non transitoria”.

“I Pm – si legge sul Corsera – ordinano accertamenti sulle società e sul gruppo di imprese di appartenenza”. Vengono inoltre “acquisite relazioni dei commissari liquidatori che evidenziano come i manager di Etihad non abbiano dato seguito agli impegni che avevano preso al momento di acquisire la compagnia”.

La Guardia di Finanza avrebbe chiesto inoltre “provvedimenti per l’acquisizione di ulteriore documentazione societaria, amministrativa e contabile”.

L’attacco di Montezemolo

Da ricordare che “un attacco ai manager dimissionari era arrivato un anno fa anche dal presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo che aveva messo in risalto gli errori di Etihad per aver inviato in Italia ‘alcuni dirigenti inadeguati’”. Questo nel 2014, dopo che lo stesso Montezemolo aveva portato gli emiri di Abu Dhabi in Alitalia. Adesso – come fa notare Sarzanini – la magistratura vuol capire se “dietro gli errori ci sia stato il dolo”.