Ritorsione immediata al mancato voto del bilancio (chi l’ha votato ha fatto harakiri) via le deleghe a Marcello Maneschi e Valentina Eusepi. In vista anche il rimpasto in giunta. Ormai è caos ovunque
TARQUINIA – Che sarebbe stata un’estate calda lo avevamo immaginato. Mai avremmo pensato di assistere alle comiche. Il presidente dell’Università Agraria, Sergio Borzacchi, versione Marchese del Grillo, ha deciso di punire il gruppo di Idea Sviluppo reo di aver osato non votare un bilancio invotabile dell’ente.
Dunque. La decisione è presa. Via le deleghe a Marcello Maneschi e Valentina Eusepi. Un decisionista sto Borzacchi altro che sprovveduto. Un po’ come quando c’è stato da assegnare i lotti e far finta di nulla delle lettere scritte dalla segretaria Bellucci.
https://youtu.be/uahU5m6Hvj4
Lui, avuto il via libera di Alessandro Sacripanti, uscito inspiegabilmente dal gruppo di Serafini il giorno stesso della votazione. Ha ottenuto anche l’adesione dell’altra assessora di riferimento di Idea Sviluppo che ha aderito (anema é core) alla corposa truppa della Rinnova Srl.
Adesso l’Università Agraria, grazie al novello “Grillo”, il Marchese ovviamente, avrà più di un’opposizione. Incredibile. Non ne avevano quando si sono presentati e sono stati eletti, se la sono fatta da soli. Tutto in casa.
Il primo tradimento lo ha messo a segno Marco Guarisco. Il secondo Alessandro Sacripanti. Il terzo è quello di Stefania Ceccarini anche se al momento non confermato (ma le deleghe a lei non sono state tolte).
L’allegra brigata del presidente Sergio Borzacchi ha intrapreso questo sereno viaggio in questo ente che somiglia al Titanic.
Soltanto non ha fatto come quello vero o del film, e cioè sbattere contro un iceberg dopo un paio di giorni di viaggio. No. Capitan Borzacchi come Schettino. Ha già preso il primo scoglio e semi affondato la nave.
Però non finisce qui la settimana politica di Tarquinia.
Come tradizione, in queste calde notti d’estate si girano film di ogni genere, anche in bianco e nero. Proprio una di queste pellicole ci ha incuriositi. “L’Accattone” di PierPaolo Pasolini.
https://youtu.be/4ZZX4G_iTNg
Mentre stavamo gustando quest’opera cinematografica del compianto Pasolini, sono iniziate a girare voci che sono diventati brusii sempre più forti e che, inevitabilmente, hanno disturbato la proiezione.
Sembrava di essere in quella sala dove proiettavano la Corazzata Potemkin mentre giocava l’Italia, sì avete capito bene, in quel famoso film di Fantozzi (riguardatelo, troppo forte):
https://youtu.be/m18mE8d4ccs
Cosa avevano da dirsi di così interessante da distogliere loro l’attenzione da questo film?
Ve lo raccontiamo perché i pettogolezzi sono come i fulmini, se da qualche parte cadono, da qualche altra piove.
Moscherini entra in giunta con Mencarini! Esclamava uno.
Macché va a fare il direttore generale… rispondeva l’altro.
Ma che state addì… Va a fare il vice sindaco al posto della Tosoni che prenderà il posto della Sposetti che viene mandata a casa insieme a Serafini perché faranno entrare Riglietti e che quindi lascerebbe il posto a Dezi, il quale grazie al posto lasciato da Moscherini farebbe spazio a Guarisco che, come sua abitudine, si metterebbe in proprio, come il suo studio e comincerebbe a fare il sette e l’otto.
Cari lettori credeteci. Tutto vero. Ci raccontano di un Moscherini nella giornata di ieri attaccato al telefono per parlare con Mencarini il quale però non gli ha mai risposto. Già. Non può rispondergli perché non può dargli il vice sindaco e nemmeno il posto da direttore generale.
Però potrebbe dargli la delega al cimitero e quella del Porto Clementino, ma ci vuole tempo prima di dire sì, poi il ponticello di legno deve essere ancora collaudato.
Moscherini scalpita. C’è chi lo tira per la giacchetta a Civitavecchia. Dopo la straordinaria cena dei vecchi leoni di Forza Italia (Giorgio Simeoni, Giancarlo Frascarelli) sta pensando di tornare a candidarsi alla Città di Traiano.
Mentre accade questo c’è qualcuno dei vecchi iscritti al Cantiere della Nuova Politica che non gradisce ed ironizza: come nelle migliori tradizioni italiane, è stato aperto e chiuso nel giro di pochi mesi (un’altra opera incompiuta in questa straordinaria Italia).
Insomma ragazzi, ce n’è di carne al fuoco. Noi siamo qui. Raccontateci che racconteremo.
Quanto ci sia di vero in quello che raccontano le persone al cinema non è dato sapere ma, Moscherini, pur di rientrare in gioco è disponibile a rimangiarsi tutto quello che ha detto e fatto in campagna elettorale contro Mencarini. Viceversa, il sindaco Mencarini, insieme alla premiata ditta di Rinnova Srl non vede l’ora di farlo entrare in gioco (Moscherini) per togliere di mezzo chi, in questo momento, insieme a Renato Bacciardi, Memmo Ranucci e Sandro Celli sta facendo seriamente politica nell’interesse della città: Pietro Serafini.
Se sono storielle ci sarà da ridere. Se sarà vero non ci resterà che piangere (col cavolo).