Simona Coccia a Viterbo fa infuriare il suo più acerrimo nemico fiorentino, Maiorano

“Doveva essere in udienza a L’Aquila per aver offeso mia madre disabile e invece era da voi a far il buon samaritano”

VITERBO – A seguito del nostro articolo sui due giorni che Simone Coccia ha trascorso a Viterbo abbiamo ricevuto una lettera da parte di Alessandro Maiorano, dipendente del Comune di Firenze, proprio con Simone Coccia, si sono denunciati vicendevolmente diverse volte. Questa la lettera inviataci via mail:

Mi chiamo Alessandro Maiorano e credo che il mio nome lo conoscerete, vi scrivo in merito al vostro articolo dove Alberto Mezzetti e Simone Coccia sono andati a trovare anziani disabili e malati presso un ospedale di Viterbo, non ho nulla da dire sul Mezzetti che non conosco se non per il GF15, ma invece avrei tanto da dire sul fidanzato dell’onorevole Pezzopane. Il giorno in cui il Coccia, da lupo si è trasformato in agnello, doveva essere in udienza al Tribunale dell’Aquila perché imputato con il suo manager Ivan Giampietro di tentata truffa ai miei danni ma, guarda caso, proprio quel giorno è andato a Viterbo. Nel dibattimento sono emerse situazioni forti come per esempio il fatto che il Coccia, oggi buono e caritatevole verso i disabili, li abbia più volte offesi e mi riferisco a mia madre, oggi deceduta. Disabile che ha ricevuto frasi irripetibili sia da viva e dopo la sua morte dal Coccia…frasi schifose e vergognose che ho mostrato ai giudici facendo cadere un silenzio assordante dentro l’aula del tribunale dell’Aquila ma non solo questo sul Coccia. Il Coccia la smetta di fare il buon samaritano e di fingersi amico di disabili e anziani perché lui non è così.

Dunque, aggiungiamo noi, un rapporto teso e irrequieto quello tra Maiorano, dipendente pubblico di Firenze e Coccia, fatto di esposti e denunce che vanno avanti da diversi anni.

Maiorano è anche l’artefice dello “scandalo casa” di Renzi e fece venire alla luce il giro di prostituzione e droga dentro gli uffici comunali di Firenze qualche anno fa.

Se per Coccia è vero che ci sono pendenze con il Maiorano e anche precedenti penali per reati commessi in gioventù e per i quali è stato condannato, è altrettanto vero che  anche Maiorano è stato già condannato dal giudice del Tribunale de L’Aquila, Adolfo Di Zenzo al pagamento di 10mila euro più 3.500 euro di spese legali proprio per aver diffamato Simone Coccia Colaiuta. Minacce  di morte e aggressioni verbali su facebook che portarono la Digos, tempo fa, ad effettuare delle perquisizioni a casa di Maiorano perché pensavano addirittura fosse armato ma, fu un viaggio a vuoto.