L’ex presidente ieri a Molo Vespucci ha ribadito l’irrevocabilità della rinuncia a proseguire il proprio mandato. Di Majo chiederà aiuto ai compagni di partito del PD il prossimo primo ottobre
CIVITAVECCHIA – Andrea Rigoni, l’ormai ex presidente della Port Authority Security, è stato avvistato ieri negli uffici di Molo Vespucci dove si è recato per salutare e ringraziare i suoi collaboratori. Non c’è spazio ad un ripensamento. Non ha alcuna intenzione di partecipare ad un naufragio pilotato della società che, fino a solo un anno fa, era il fiore all’occhiello degli istituti di vigilanza della zona.
Un destino segnato dalla presunzione del presidente dell’AdSP Francesco Maria Di Majo che l’ha prima smantellata, poi fatta riempire di consulenti ed ora pronto a metterla nelle mani dei privati liquidandola il prima possibile.
In attesa di un commissariamento utile quanto indispensabile di Molo Vespucci, più impegnato a fare propaganda politica per il Partito Democratico che a risolvere i problemi, gli agenti della PAS si preparano alla battaglia sindacale.
Una battaglia sindacale a far rilevare l’Istituto ad una cooperativa composta dagli stessi lavoratori con un forte abbattimento dei costi di gestione e l’eliminazione di figure costose quanto inutili.
La notizia di questa iniziativa, non nuova nel panorama italiano, è trapelato nella tarda giornata di ieri quando, appunto, le irrevocabili dimissioni di Rigoni erano state comunicate ai lavoratori.
Ancora una volta il collegio dei revisori, nonostante siano già finiti nel mirino del’Anac e della Corte dei Conti, sarà quello di traghettare l’istituto verso un futuro incerto quanto impossibile da decifrare.
Intanto, Francesco Maria Di Majo, appagato di aver mischiato le carte dentro Molo Vespucci portando a termine la cacciata di molti dirigenti, è intenzionato a sfruttare nel migliore dei modi il convegno da lui organizzato per il Partito Democratico per trovare aiuti e soluzioni. Peccato però che ancora non si sia accorto che, nel frattempo, il Governo ha cambiato vessilli e i suoi mentori, fortunatamente, sono stati relegati ad una opposizione sempre sterile quanto inutile.