Bastardo – Avrà il sapore delle castagne, della zucca e dell’uvetta, il pane che porteremo a tavola il prossimo Natale. A dettare le nuove tendenze è Il Gruppo Giovani Panificatori Farchioni con la presentazione dei pani agresti e il lancio della campagna “Pan di Salvamamma” per sostenere le donne in difficoltà.
L’iniziativa pensata in accordo con l’associazione Salvamamme Salvabebè, illustrata ai professionisti del settore durante la giornata di panificazione svolta al Mulino Farchioni di Bastardo (PG), prevede che nelle panetterie del Gruppo che esporranno la locandina, ognuno possa lasciare un panino pagato per quante non possano permetterselo. Il pane, facilmente riconoscibile per la sua forma a cuore, servirà anche per tenere alta l’attenzione sul problema degli abusi e dei maltrattamenti che ancora oggi tante donne subiscono.
Il pan di salvamamma è un progetto solidale in linea con i valori etici che da anni vedono il Gruppo guidato da Paolo Montalto e composto tra gli altri da Ivan Mastrone, Mario Maurizi ed Elio Basciani, impegnato in attività volte ad offrire il proprio contributo nelle situazioni di emergenza e che dimostra ancora una volta la sensibilità di chi ha deciso di fare dell’arte bianca la propria arte del vivere.
“Le mamme rappresentano le nostre radici – ha sottolineato il presidente Pompeo Farchioni – e se non le tuteliamo perdiamo quella parte di futuro che è nelle nostre tradizioni”.
Una memoria che nel caso dei fornai e in quel loro desiderio di “nutrire”, è stata nel tempo valorizzata, reinventata e interpretata tanto da portare il Gruppo Giovani a tornare a proporre sul mercato quei pani agresti dal sapore antico, oggi impreziositi da ingredienti che richiamato alla stagionalità e all’intimità familiare, come zucca, castagne e uvetta, miscelati a farine poco raffinate o di grano duro di provenienza esclusivamente italiana.
Origine della produzione cerealicola nazionale e in particola umbra, che il Mulino Farchioni ha ora deciso di garantire attraverso lo sviluppo di sinergie importanti con la Coldiretti per mettere insieme il mondo dell’agricoltura e quello dell’industria alimentare e dar vita così all’associazione Filiera Italia. Duplice l’obiettivo: promuovere i contratti di filiera tra aziende agricole e imprese della trasformazione e difendere gli interessi del made in italy agroalimentare in una logica di consumo consapevole.