Giovedì 6 dicembre alle ore 17 nella sala consigliare del palazzo comunale di Tarquinia, si terrà il convegno “Saline di Tarquinia: 20 anni tra studi, ricerche e didattica”. Il professor Giuseppe Nascetti illustrerà le opere sul litorale realizzate dall’Università della Tuscia, motivo di orgoglio del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche diventato punto di riferimento per il territorio dell’Alto Lazio.
E’ lo stesso Nascetti, ecologo, a parlarne nella presentazione per l’Associazione “Tarquinia Nel Cuore”, promotrice dell’evento: “Ci siamo interessati alle Saline da oltre un ventennio, analizzando la biodiversità a vari livelli di organizzazione, da quello genetico a quello di comunità all’interno delle vasche dimostrando che, con l’abbandono delle attività produttive (la raccolta del sale) e quindi la gestione diretta da parte dell’uomo, il funzionamento del sistema ecologico delle Saline è crollato in modo estremamente rapido. Questi risultati hanno permesso di ottenere il finanziamento di un progetto europeo LIFE-Natura: “Recupero ambientale della riserva naturale Saline di Tarquinia” e a seguire tutta un’altra serie di progettazioni per il recupero dell’area, promossa da una Legge Regionale. Tramite questi finanziamenti è stato possibile il recupero di numerosi edifici (Centro Visite, Foresteria, Laboratori scientifici e didattici, Anannotteria sperimentale, divenuta poi Centro Ittiogenico Sperimentale Marino – CISMAR). Con un altro finanziamento europeo è stato ristrutturato un vecchio edificio del Borgo ad Ecoalbergo. Un recentissimo finanziamento che è stato ottenuto quest’anno, all’interno di un progetto CRIMA, insieme alla Stazione Zoologica “Anthon Dornh” per la ristrutturazione dell’edificio “Ex-Officina”, permetterà di entrare in una rete europea di centri di eccellenza per la conservazione e gestione della biodiversità marina.
Durante la conferenza Nascetti illustrerà alcune delle principali ricerche scientifiche che si svolgo presso i laboratori delle Saline di Tarquinia, che riguardano aspetti di carattere globale, quali lo stato ecologico di mari e oceani di tutto il pianeta (dal Polo Nord al Polo Sud), indagati tramite bioindicatori dello stato di salute delle rete trofiche marine, e aspetti più locali, quali il biomonitoraggio degli impatti delle attività antropiche lungo le coste del nord del Lazio, grazie all’uso del DNA Cometa su specie target. Infine riporterà le attività di recupero della biodiversità marina grazie ad azioni di restocking di alcune specie di grande interesse per la pesca costiera, quali l’Astice europeo, la Mazzancolla ecc.