I comitati che nel 2016 presentarono l’esposto in Procura rendono note le conclusioni della perizia svolta dal consulente nominato dal magistrato. “La delibera di giunta 95/2016 è illegittima e la struttura è priva di regolare licenza edilizia. L’opera è abusiva”
CIVITAVECCHIA – “La delibera di giunta 95/2016 è illegittima e quindi il forno crematorio è privo di una regolare licenza edilizia”. Queste le conclusioni a cui arriva la relazione di consulenza tecnica redatta dal Ctu nominato dal sostituto procuratore Delio Spagnolo, nell’ambito dell’inchiesta aperta a settembre 2016 sull’esposto presentato dalle due associazioni cittadine ‘‘In nome del popolo inquinato’’ e ‘‘Punton de Rocchi’’.
Relazione ora in possesso proprio delle associazioni, che ne hanno fatto richiesta alla Procura tramite l’avvocato Daniele Barbieri, che li sta assistendo nel procedimento. “Siamo soddisfatti – ha spiegato Roberto Melchiorri – perché di fatto questa consulenza dice che avevamo ragione, confermando che le presunte criticità sollevate sono tali”.
L’INTERVENTO DEI COMITATI – In sostanza il consulente della Procura sottolinea come la delibera di giunta – a cui ha sempre fatto riferimento l’amministrazione comunale a garanzia della correttezza di ogni procedura – non sarebbe idonea a sostituire il titolo edilizio ed anzi sarebbe stata approvata prima dell’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie, come ad esempio la Paesaggistica rilasciata dalla Regione Lazio, arrivata alcuni giorni dopo. “Il progetto urbanistico – hanno chiarito i rappresentanti dei comitati, riportando le conclusioni del consulente – non è urbanisticamente conforme al progetto approvato con delibera di consiglio comunale del 1980, in quanto diverso per sagoma e volumetria. Questo vuol dire variante urbanistica e quindi assoggettabilità alla Vas, con il conseguente passaggio in consiglio comunale”. Un passaggio richiesto a gran voce dall’opposizione, in particolare dal leader della Svolta Massimiliano Grasso, che aveva più volte parlato di “un consiglio esautorato di ogni sua funzione”.
“Ci hanno fatto perdere due anni – ha commentato Melchiorri – a lamentarci di una cosa così evidente che volontariamente o per incapacità non si è riusciti a fermare”. “Questo era l’atto che maggiormente ci interessava. Il consulente – ha aggiunto l’avvocato Barbieri – conferma quelli che noi avevamo segnalato come punti critici. Il forno di fatto è abusivo. Ora è tutto nelle mani del pubblico ministero». Certo, il fatto che la consulenza sia stata depositata a febbraio 2017 e che, dopo due anni, con la struttura ormai costruita e nel pieno dell’attività, le indagini non sono ancora chiuse, lascia perplessi i firmatari dell’esposto. Tre anni fa avevano presentato richiesta di sequestro di un’opera ancora da realizzare. E non è escluso che la stessa richiesta possa essere reiterata, chiedendo di acquisire il forno crematorio al patrimonio comunale, anche prima della chiusura dell’attività istruttoria da parte della Procura.
LE CONCLUSIONI – E proprio alla luce del tempo trascorso e delle conclusioni del consulente, i rappresentanti dei comitati Marinella Scaccia, Roberto De Vito e Francesco Cristini confidano nella magistratura, criticando l’atteggiamento dell’amministrazione a Cinque Stelle chesi è sempre detta ‘‘costretta’’ a percorrere la strada del crematorio, nonostante le preocupazioni a livello ambientale e le criticità edilizie ed autorizzative più volte denunciate dai comitati stessi. Eccol perché i comitati sono convinti che dell’opera debba farsene carico l’attuale amministrazione, prendendosi tutte le responsabilità. «Qualcosa non quadra – hanno aggiunto – ci troviamo di fronte tra l’altro a tre progetti diversi, con ampliamento delle volumetrie ed incremento del valore economico. Fatto sta che oggi il forno crematorio è una costruzione abusiva. Ora la Procura dovrà decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per eventuali responsabili».