“Ci stiamo guardando intorno. Vogliamo partecipare ad un progetto condiviso con le altre forze del centrosinistra. Mai con Moscherini. Mai con Riglietti”
TARQUINIA – Conferenza stampa indetta dal triumvirato di commissari del Partito Democratico di Tarquinia e di quel che ne rimane. Giuseppe Piferi, Maria Laura Santi e Leonardo Paciotta sono giovani, inesperti di politica e si sono difesi con grande eleganza. Del resto sono avvocati e sanno trovare le parole anche nei momenti difficili.
Buio, anzi, notte fonda il futuro del Partito Democratico. I tre che hanno voglia di iniziare un nuovo corso hanno capito che quel simbolo è una iattura. Meglio non farlo vedere sulle schede elettorali. La gente non lo vota. Non lo vuole vedere. Vomita.
Un percorso nuovo che inizia proprio dal cancellare in modo definitivo un partito caduto nel baratro e che difficilmente avrà la forza, almeno per qualche anno, di tornare ad essere protagonista della politica cittadina.
Non hanno presentato il loro candidato sindaco anche se fanno riferimento ad una leadership forte e presente.
Sandro Celli? Non lo hanno mai nominato. Memmo Ranucci men che meno. Dopo il debordante comunicato stampa dei giorni scorsi e il disconoscimento di una classe politica definita pessima il ramoscello d’ulivo presentato in televisione da Mauro Mazzola ha lasciato il segno.
“Di Mazzola critichiamo l’ultimo periodo del suo mandato. Come possiamo non riconoscergli di essere stato un leader del partito a livello provinciale. Però troppo autoritario. Il suo modo di interpretare la politica non va più bene”.
Inutile chiedere chi sarà il loro candidato. Omertosi non rispondono. Di una cosa sono certi. Mai alleanze con personaggi come Gianni Moscherini o Alberto Riglietti. Sì ad alleanze con la sinistra, possibilmente moderata e tutte quelle persone, tante (dicono) che si sono proposte per il nuovo corso politico. Sulle primarie e sul numero dei partecipante si sono detti molto soddisfatti e ottimisti. Ci piace il coraggio e l’incoscienza di chi non sa a cosa va incontro. L’unica certezza è che non ci sarà il simbolo storico che poco meno di tre anni fa raggiunse il 40% di consensi.
La fredda e spoglia sede dove si è svolta la conferenza stampa è la fotografia più efficace di un partito praticamente disciolto, come accade con la neve marzolini, nel giro di pochissimo tempo. Auguri, ne avranno davvero bisogno.