Il critico d’arte Vittorio Sgarbi sull’incendio di Notre Dame a Parigi: “Situazione grave, ma non irreparabile”

 

 Parigi – Una ferita all’umanità, questo l’effetto del crollo di due terzi del tetto della Cattedrale di Notre Dame di Parigi, eccellenza gotica ammirata dal mondo intero, che ieri a causa di un incendio divampato dal cantiere di restauro che si trovava al suo interno è andata in parte distrutta. La guglia, o anche fléche, “freccia”, alta 45 metri e pesante 750 tonnellate si è spezzata in due inghiottita dalle fiamme, insieme a due terzi del tetto.

Gran parte delle reliquie conservate all’interno sono state recuperate, ed ora la preoccupazione maggiore è il futuro della cattedrale, simbolo della cristianità europea, intorno alla quale nella notte tanti francesi si sono ritrovati per pregare insieme, come si fa quando muore qualcuno di caro.

Secondo il critico d’arte Vittorio Sgarbi: “La guglia è la testimonianza più tarda dell’edificio, che era stato devastato durante la Rivoluzione Francese e ricostruito da un grande architetto, nello stesso periodo in cui fu costruita la Torre Eiffel, a crollare è stata una delle parti più recenti della cattedrale, frutto di un restauro di metà Ottocento, essendo un’opera recente, come è stata ricostruita in passato, così può esserlo adesso. Non mi sembra ci sia alcuna ragione per gridare alla tragedia: non ci sono morti, nessun attentato e nessuna causa paragonabile alle Torri Gemelle. Non dimentichiamo che in Italia abbiamo avuto il crollo della Cattedrale di Noto che è stata ricostruita. C’è un clima di esaltazione della tragedia che io non ravviso. Tutto è riparabile e ricostruibile, è una situazione drammatica ma non tragica“.

«L’incendio– conclude Sgarbiche si è sviluppato nell’area dell’impalcatura che serviva al restauro sicuramente poteva essere evitato”.

La Procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’indagine. Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è un pompiere, uno dei 500 intervenuti con ingenti mezzi per tentare di domare le fiamme che continuavano ad avanzare inesorabili. Non si sono visti Canadair, perché lanciare bombe d’acqua dall’alto ( come ha suggerito Trump in un tweet che ha fatto il giro del mondo) avrebbe potuto causare danni se possibile peggiori.

A tarda sera, le fiamme erano meno intense, i pompieri hanno annunciato che la struttura della cattedrale “è salva”. Il rettore ha aggiunto che reliquie preziose come “la corona di spine” di Cristo è intatta.

Esclusi il movente criminale, l’atto vandalico o peggio ancora quello terroristico, la pista che seguono gli inquirenti è quella dell’incendio accidentale nato dal progetto di ristrutturazione sul tetto della cattedrale: nella notte i magistrati dell’ufficio della procura di Parigi hanno già sentito gli operai che lavoravano all’appalto.