Il segretario del PD, che continua a farsi stipendiare senza fare nulla dalla Regione Lazio, ha fatto uscire allo scoperto tutte le debolezze del candidato Tarantino
CIVITAVECCHIA – Vogliamo essere generosi e dire che ieri, ad assistere all’intervento di quello che dovrebbe essere il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, erano presenti 200 persone.
Un flop aspettato sì ma non di queste dimensioni. La debolezza del PD nella roccaforte di Civitavecchia è stata ancora più evidente perché, chi ha ancora i muscoli in questo partito, cioè Pietro Tidei, non era presente a questa specie di riunione di condominio.
Carlo Tarantino e Nicola Zingaretti hanno parlato delle solite e stucchevoli cose: “Sono emozionato di essere qui con il segretario nazionale del Partito Democratico. Per me negli anni 70, quando ero iscritto alla giovanile del Partito Comunista, sarebbe stato un sogno affiancare sul palco il leader nazionale. Il mio ruolo deve essere quello di aggregare e vedo che ci stiamo riuscendo. Ho rivisto dopo tanti anni a Civitavecchia dei cortei. Quello dei ragazzi per l’ambiente così come quello per la festa della Liberazione. Stanno riemergendo i nostri valori, quelli tradizionali della sinistra. Voglio essere il garante dei diritti di tutti i cittadini e non di una sola sola parte”.
In poche parole Carlo Tarantino è fermo alle Calende Greche della politica e questo non fa altro che rincuorare chi, come Mirko Mecozzi, attaccato in più passaggi dal candidato sindaco, lo ha lasciato andare alla deriva con una barchetta semi affondata.
Il leader nazionale Zingaretti, dimenticandosi degli sfaceli che sta mettendo in atto con la sua pessima gestione nella Regione Lazio (dove non è mai presente pur percependone il lauto stipendio) ha attaccato il governo con la solita solfa: “Prima gli italiani, sento dire da chi governa – ha dichiarato Zingaretti -. Ma gli italiani sono gli stessi che pagano l’incapacità di governare di questo governo”.
A queste parole molte delle 200 persone hanno cominciato ad allontanarsi, memori delle straordinarie azioni dei Governi passati targati PD.
Il capo del Pd ha sottolineato la forza della squadra di Tarantino: “Finalmente c’è una compagine unitaria che può vincere. A Civitavecchia inoltre c’è un porto che può diventare il polmone lavorativo del territorio. Non possiamo più permettere la fuga dal territorio delle nuove generazioni”.
Dette le solite cose, banali e superflue visto che il porto lo gestisce una sua appendice, ha colpito molto il modo tenero ed affettuoso, quasi commosso, del presidente della Regione Lazio, quando incrociava lo sguardo con il suo candidato preferito, Stefano Giannini. Sembravano due colombe innamorate (politicamente parlando) dello stesso ramoscello d’ulivo. Siamo convinti che non farà mancare la sua enorme spinta elettorale al giovane candidato civitavecchiese.
Se il buongiorno si vede dal mattino, Carlo Tarantino, potrà fare affidamento solo sul supporto serio, leale e continuo, degli ultimi avamposti comunisti rimasti in Italia e fedeli al “Che Guevara” Enrico Luciani.
Marietta Tidei c’era ma non ha certo lo spessore e il peso politico del padre che, fosse stato presente, avrebbe trasformato quella piccola riunione di condominio in folla.