Viterbo, i legali dei due arrestati: “Rapporto consenziente. Referti medici compatibili con nostra versione”

VITERBO – “Sono due ragazzi di diciannove e vent’anni a cui è crollato il mondo addosso. E’ stata una situazione particolare, la loro ricostruzione dei fatti è in parte divergente da quella della persona offesa“. Gli avvocati di Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci rispondono alle domande dei giornalisti al termine dell’interrogatorio di garanzia. I due ragazzi, accusati di aver stuprato una donna di 36 anni in un pub di Viterbo il 12 aprile scorso, hanno risposto alle domande del Gip Rita Cialoni, che entro 5 giorni dovrà decidere se convalidare o meno la loro custodia cautelare in carcere.

Gli avvocati Marco Valerio Mazzatosta, Giovanni Labate, e Domenico Gorziglia hanno confermato il rapporto sessuale, ma hanno spiegato come la versione dei due accusati sia “in parte divergente da quella della donna”.

Versione, quella della vittima, definita “generica e confusa”.

Alle domande dei giornalisti, che chiedevano conto dei video trovati nei cellulari dei due giovani e delle lesioni, i legali hanno risposto che “i filmati sono non esplicativi di tutto quello che è successo. Le lesioni contestate compatibili anche con rapporto sessuale che è avvenuta su superficie rigida, pavimento e non un divano, non ci sono ferite al volto e alle braccia”.

”Abbiamo fornito anche nominativi di persone che possono avvalorare nostra tesi difensiva”, hanno aggiunto gli avvocati difensori, “prove di un rapporto sessuale e non di uno stupro. Sicuramente vi è stata situazione particolare ragazzi 19 e 20 anni che hanno interpretato il rapporto come consenziente da parte della persona offesa, con tanti elementi che oggi non vi possiamo spiegare perché le indagini sono ancora in corso”.

Intanto emergono nuovi particolari. Riguardano la ragazza che, agganciata dai due ragazzi al Toto’s, era già alterata e abbastanza vivace.

Probabilmente le indagini difensive che sicuramente saranno svolte dagli avvocati dei due ragazzi, potrebbero portare a scoprire cose che, al momento, pur sapendole, qualcuno omette di scriverle per paura di dover rivedere, almeno in parte, il castello accusatorio.