Acquapendente – Giovane soggiogata da setta. La madre in tv: “Mia figlia plagiata da un santone. Le istituzioni hanno nuovi elementi d’indagine”

Acquapendente  – E’ l’accorato appello di una madre, quello andato in onda ieri a Storie Italiane su Rai uno. E’ la storia di un incubo cominciato nel 2017, quando alla figlia ventunenne, originaria di Monza, ragazza e studentessa modello che alternava lo studio all’impegno appassionato nel sociale, nel volontariato e nei boy scout di Seregno, viene presentato il fantomatico maestro ‘Lino’, in realtà Pasquale Gaeta 61 enne napoletano trapiantato ad Acquapendente. “Quell’uomo riuscì a conquistare non so come la fiducia di mia figlia. Il suo sogno era di realizzare una comunità di sostegno tutta sua, insieme ad altri ragazzi e ragazze. Lui disse che era in grado di aiutarli. Poco dopo mi resi conto che qualcosa non andava. Mia figlia mi telefonò e mi disse di aver avuto una vocazione, di voler trapiantare le sue origini, ad Acquapendente, un piccolo comune vicino a Viterbo. Successivamente tornò a casa una volta, ma era una ragazza completamente trasformata. Così decisi di capire cosa stava succedendo”.

La ragazza lascia il capoluogo lombardo e la sua famiglia per trasferirsi ad Acquapendente, dove vive il santone, che dice di essere portavoce delle teorie dell’esponente surrealista Alejandro Jodorowsky, e dove ha sede la sua “comunità” Qneud, acronimo di “Questa non è una democrazia”. La madre però vuole vederci chiaro e con uno stratagemma lascia un registratore nell’abitazione della figlia che registra tutto. “Ti sei stancata di essere la mia puttana, questa è la verità”, dice la voce dell’uomo, che la costringe a urinare sulla foto della madre per risolvere i loro conflitti. La ragazza sembra consenziente, ma non si capisce quale sia il motivo che la porta a fare tutto questo.

“Da quando ha conosciuto questo santone mia figlia si è trasformata nella sua schiava sessuale e si è allontana da me-. Afferma la madre in tv – questo cialtrone si spacciava come appartenente al movimento segreto delle Aquile Randagie e dicendogli di essere stato per tanti anni un capo scout ha attirato la sua attenzione”.

Il cambiamento è repentino la ragazza allora ventunenne comincia ad usare un linguaggio volgare e violento con i famigliari. La madre si rende conto che la situazione è grave e riconducibile alla frequentazione con questo millantatore, tanto che si reca personalmente ad Acquapendente dove viene a conoscenza di una realtà scabrosa, fatta di sesso e maltrattamenti. Da qui partono le denunce. “ Quest’uomo si presenta come psicologo e ludologo laureato a Verona, ma non è vero, non ha un titolo scolastico e vuole vendere in rete dei laboratori. Ha utilizzato lo psicodramma, la psicomagia e la psicanalisi di Freud per destrutturare la personalità della mia piccola”. Il “maestro” si difende parlando proprio di psicodramma, cioè la rappresentazione di qualcosa che non c’è. L’ex fidanzato della giovane afferma che nell’agosto 2018 la ragazza ha cominciato ad avere dei comportamenti strani “è venuta a casa mia in lacrime e che puzzava di sporco, era piena di lividi sul corpo, in quel periodo viveva in una casa vicino Viterbo, mi ha parlato di un percorso spirituale che stava facendo e che sarebbe servito ad elevare l’energia sessuale del maestro, per poi trascendere, in quanto lei sarebbe stata il nuovo messia dopo la morte del maestro, il quale, mi diceva,  parlava tutti i giorni con un angelo, che dava delle direttive da impartire a tutti i componenti del gruppo”.

Il tribunale di Viterbo ha predisposto la misura cautelare di allontanamento per l’uomo, “ma la moglie continua ad avvicinarsi a mia figlia e consegnargli pasti e libri”. Afferma la donna dagli schermi di Rai Uno.

La criminologa forense Roberta Bruzzone presente in studio: “Precisiamo che determinati strumenti li possono usare psicologi, psicoterapeuti, medici specialisti in psicologia e psicoterapia, tutto il resto è esercizio abusivo della professione, un reato procedibile d’ufficio. In questo specifico caso penso che dal punto di vista giudiziario ci sia da approfondire. Il reato di plagio non esiste più, per poter agire a tutela di presunte vittime occorre dimostrare che versano in una condizione di minorata difesa sotto il profilo psichico, in una condizione quindi di circonvenzione, bisogna capire se questa è la condizione della ragazza. Se la situazione fosse quella che esposta mi viene il dubbio che forse non ci si è limitati alla pressione psicologica, ma ci sia stato anche l’uso di sostanze stupefacenti, perché altrimenti è difficile manipolare una persona psicologicamente strutturata, come pare essere questa giovane.

Portare la vittima a violare quelli che sono i suoi valori, sfidandola con richieste sessuali è uno strumento di potere da parte di chi le richiede, che porta così a termine il processo di completa manipolazione”.

La ragazza vive ora in una casa poco distante dall’uomo. I due pare non si vedano come previsto dall’ordinanza di non avvicinamento che pende sul santone. L’uomo infatti deve stare lontano da lei almeno 100 metri. È bene precisare che lei è maggiorenne e in tutta questa vicenda sembra essere consenziente. Ma la madre non si dà per vinta “non ci sono solo intercettazioni audio di quelli che lui chiama psicodrammi, sono giunti alle istituzioni elementi aggiuntivi, la riporterò a casa, le sorelline la cercano, voglio rivedere mia figlia gioiosa e piena di vita come è sempre stata”.

Benedetta Ferrari