Ancora una volta l’incapacità manageriale del presidente Di Majo e la sudditanza psicologica della Macii hanno prodotto l’ennesima crisi con una delle più grandi aziende del porto. Manager e dirigenti costretti a dirigere il traffico e assistere i clienti
CIVITAVECCHIA – Ieri pomeriggio, i vertici di Port Mobility, con Edgardo Azzopardi quale portavoce, hanno dovuto lasciare le scrivanie e, giacca, cravatta con tanto di pettorina gialla fluorescente, si sono piazzati a Largo della Pace, per gestire i crocieristi in arrivo dalle escursioni giornaliere e gestire il navettamento all’interno dell’area.
Quello che sembrava essere una semplice e dura provocazione era invece uno stato di necessità causato dall’ormai comprovata incapacità manageriale del presidente dell’Autorità Portuale Francesco Maria Di Majo e la complicità inspiegabile del segretario Roberta Macii che quando è sola con sindacati, lavoratori e imprenditori dice peste e corna del presidente; quando c’è da mettere nero su bianco cambia idea e da buon soldato si tappa il naso e firma atti o lettere che sembrano uscire da un ufficio di demolizioni invece che da un’autorità attenta al lavoro portuale..
Dunque, quella di ieri, un’azione necessaria per non rischiare di far esplodere un caos senza precedenti al punto di accoglienza dei crocieristi.
‘‘Un atto di responsabilità’’ secondo il manager della società Edgardo Azzopardi, ben consapevole che non può ripetersi quotidianamente, ogniqualvolta si manifesti l’esigenza. «D’altronde – ha spiegato, affiancato dai dirigenti della società – lo stato di agitazione aperto dai sindacati non ci permette la flessibilità dei lavoratori». Straordinari bloccati e operatività consentita nel rispetto del contratto nazionale, niente più. Ma le esigenze, specie in piena stagione, sono molteplici.
Alla base dello stato di agitazione e dello sciopero di venerdì scorso la mancata assunzione dei lavoratori stagionali da parte dell’azienda ed il mancato confronto sulla contrattazione di secondo livello. «Eppure noi eravamo e siamo disposti a fare un passo in avanti in questo senso – hanno confermato da Port Mobility – lunedì abbiamo inviato una lettera all’Adsp sottolineando la nostra disponibilità all’assunzione, fino al 20 luglio, di personale stagionale e alla discussione della contrattazione di secondo livello; in cambio chiedevamo la convocazione, nel più breve tempo possibile, di un incontro in modo tale da poter definire contenziosi e procedure aperte con l’Authority e la sospensione dello stato di agitazione».
Ma da lunedì a ieri mattina nessun riscontro è arrivato da Molo Vespucci. Tanto che mercoledì la società ha inviato una nuova lettera, sollecitando l’apertura di un tavolo tecnico permanente. Niente, fino al pomeriggio di ieri, a pochi minuti dalla convocazione di una conferenza stampa da parte della società per spiegare la situazione in corso, pronta ad esplodere. Con una nota firmata dal segretario Roberta Macii arriva la convocazione per il 12 giugno, giudicata ovviamente tardiva dalla società e dai sindacati stessi, presenti ieri a largo della Pace, davanti a centinaia e centinaia di crocieristi. I rapporti tra la società e l’Adsp rischiano davvero di esplodere. E Molo Vespucci lo sa bene, essendosi appellata nella lettera proprio alla società, per convincere i sindacati a sospendere lo stato di agitazione ‘‘che rischia di paralizzare il funzionamento dello scalo – si legge – in un periodo in cui vi è la più elevata presenza di passeggeri».
Ma se non si trova un punto di incontro tra i due soggetti interessati, a partire dallo sciogliere il nodo legato ai livelli economici e ai sistemi tariffari da adottare, sarà difficile far rientrare quella che rischia di essere una bomba ad orologeria. I sindacati si dicono costretti, stante questa incertezza, ad andare avanti non escludendo un nuovo sciopero. «Non possiamo però permetterci – hanno spiegato Borgioni, Gallo ed Attig – di aggiungere un problema alle tante criticità già presenti nello scalo».
La FILT cgil, come organizzazione sindacale afferma: “abbiamo precisato che non parteggiamo per nessuna delle parti e non vi è stato alcun “inconsueto abbraccio con la società”, abbiamo proclamato uno sciopero e il blocco di straordinari e flessibilità con una piattaforma rivendicativa chiara e semplice riassumibile in tre punti: assunzione stagionali, contratto di secondo livello fermo da anni e definizione di largo della pace. Nonostante alcune evidenti contraddizioni dell’autorità portuale nei vari tavoli di confronto, come organizzazione auspichiamo che si trovi nel più breve tempo possibile un’intesa sul piano pluriennale che consentirebbe ai dipendenti di lavorare in armonia e tranquillità. Nei dettagli del piano in discussione non possiamo e non vogliamo entrare in quanto non attiene al nostro ruolo, ci permettiamo però di dire che la tempistica con cui l’autorità sta gestendo la situazione è del tutto inadeguata e sistematicamente disattesa”.
decreto n.23 PONTE (1) (002)
Prot.Usc.0449-19
Prot.Entr.0516-19