Prescritti tutti i reati contestati e ridotta la condanna per peculato da un anno e nove mesi a dieci mesi e venti giorni
GRAFFIGNANO – Era nel lontano 13 marzo del 2012 quando, dopo un’ora di camera di consiglio l’allora giudice per le udienze preliminari, Franca Marinelli, condannava l’ex sindaco del Comune di Graffignano, Fabrizio Marchini, a un anno e nove mesi di reclusione con la condizionale.
Arrestato il 17 febbraio 2011, Marchini era accusato di concussione, tentata concussione, corruzione, peculato e due ipotesi di turbativa d’asta.
Una riguardava l’appalto dei lavori di ristrutturazione alla scuola elementare Lo Gatto. L’altra relativa all’acquisto di due pickup da parte del Comune di Graffignano. Fatti risalenti agli anni 2007-2008, quando Marchini guidava la giunta.
L’inchiesta sull’ex sindaco nasceva da una costola dell’indagine “Miniera d’oro”. Un’imponente fascicolo, aperto nel 2009, su cave e tangenti a Civitella d’Agliano, che fece finire in manette il sindaco Roberto Mancini e lo stesso imprenditore Domenico Chiavarino.
Con sentenza n. 933 del 30/01/2018, la Corte di Appello di Roma parzialmente riformando la sentenza n. 43 del 13/03/2012, ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Fabrizio Marchini, sindaco del Comune di Graffignano (Viterbo) in ordine ai reati di cui ai capi 1, 1 bis, 3.1 e 3.2 delle imputazioni, per essere gli stessi estinti per prescrizione, confermando la condanna ex art. 314 cod. pen. per il capo 4 (appropriazione di rifornimenti di carburante con fondi pubblici) e confermando anche i capi 2 e 2 bis.
La Suprema Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso presentato dall’avvocato di Marchini, Pietro Pesciaroli, ha sentenziato l’estinzione, per avvenuta prescrizione, dei capi 2 e 2 bis e ridotto la sentenza di un anno e nove mesi a dieci mesi e 20 giorni di reclusione.
ECCO LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE (INTEGRALE) PUBBLICATA IERI
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