La denuncia del consigliere regionale leghista Valerio Mancini
CASCIA (PERUGIA) – Riceviamo e pubblichiamo – Il 22 settembre del 2018 è stata inaugurata a Cascia la struttura per la riabilitazione ospedaliera e la RSA, Residenza sanitaria assistita, chiusa dopo il terremoto del 2016. Una cerimonia in pompa magna presidiata dai vertici della sinistra umbra tra i quali l’ex assessore alla sanità Luca Barberini, che nell’occasione ha anche tenuto a sottolineare come “l’acquisto di attrezzature nuove sia il segno di quanto la Regione creda in questa struttura, al di là della contingenza del terremoto”. Peccato che a distanza di quasi un anno e nonostante le promesse della Giunta regionale, la RSA non sia mai entrata in funzione. “Pochi giorni fa mi sono recato di persona presso la struttura sanitaria Usl Umbria 2 di riabilitazione e Rsa di Cascia – commenta il capogruppo Lega Umbria, Valerio Mancini – A fronte del reparto di riabilitazione perfettamente funzionante, con personale medico-sanitario altamente qualificato, l’Rsa, nonostante sia munito di ottima strumentazione e spazi idonei, è ancora oggi inutilizzato. Stesso discorso per la radiologia e per la cucina: a quanto sembra stiamo pagando due cuochi che non possono lavorare, ma facciamo arrivare il cibo da Spoleto e ciò appare paradossale. Sono stati presi in giro i cittadini promettendo l’apertura di una residenza sanitaria assistita e arrivando ad inaugurare qualcosa che non è stato mai utilizzato pienamente fino ad oggi.
Non bastava il terremoto a complicare la vita ai cittadini della Valnerina, ancora una volta presi in giro dalla sinistra e privi di un presidio ospedaliero degno di tale nome”. Non sono solo le mancate promesse al centro della polemica del leghista, ma l’aspetto economico della vicenda: “Per realizzare il presidio ospedaliero sono state utilizzate anche risorse provenienti dalle donazioni effettuate da alcune Fondazioni – continua Mancini – Inoltre, nella conferenza stampa di inaugurazione, l’ex direttore dell’Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini dichiarò che il canone di locazione del complesso ammonta a 156mila euro annui. Vuol dire che si spendono circa 13mila euro al mese di soldi pubblici per utilizzare una struttura che non è mai entrata in funzione e di cui ancora oggi non si conosce il destino. Un altro motivo in più per il quale il piano sanitario recentemente presentato in pompa magna da Paparelli necessita già ancora prima di essere votato di una profonda rivisitazione. Tutto questo al fine di avere una sanità pubblica vicino a tutti i cittadini specialmente quella dei territori più svantaggiati rispetto ad altri. Lavoreremo nella prossima legislatura- conclude – affinché la Rsa di Cascia, il reparto di radiologia e la cucina, rappresentino per questo territorio un fiore all’occhiello a vantaggio dei cittadini della Valnerina”.