Riccardo Polizzy Carbonelli, è l’attore protagonista di “Un posto al sole”, la soap opera della RAI, nella quale interpreta Roberto Ferri, imprenditore intelligente e ambizioso ma senza scrupoli
TARQUINIA – È stato curioso intervistarlo sapendo la parte che ricopre nella serie televisiva, infatti, mi aspettavo un personaggio arcigno e presuntuoso, invece ho trovato una persona gentile, disponibile ed educatissima, insomma: un vero gentiluomo, qualcuno direbbe un personaggio di altri tempi.
La mia prima domanda ha avuto l’intento di conoscere come nasce la passione per il lavoro dell’attore, “semplice”, – risponde Riccardo -, “sono nato in una famiglia appassionata di arte, e di cinema, mi portavano spesso al teatro. Già da bambino mi innamorai del carisma che esprimevano attori come Cary Grant, Gary Cooper, Robert Taylor e molti altri di quell’epoca, ovviamente ero inconsapevole del lavoro che c’è dietro a così tanta popolarità. Crescendo, ho iniziato a capire che in me covava una forte passione, nello stesso tempo, tuttavia, ero consapevole di non avere alcuna esperienza, fu li che con un amico cominciammo a “mettere le mani in pasta”, da prima lavorando in una radio, poi girando da soli piccoli cortometraggi fino alla metà degli anni ottanta, quando ho deciso che quello sarebbe stato il mio lavoro.
C’è stata una figura nella sua vita, che in qualche modo l’ha spronata ad intraprendere il mestiere dell’attore?
È stata determinante l’amicizia con Maurizio Fei, compagno di liceo e complice nelle prime esperienze teatrali, oggi in Rai come programmista-regista e mio grande amico. Mentre invece in famiglia, poiché facevo il militare come ufficiale e mi vedevano già avviato alla carriera militare, manifestarono inizialmente una preoccupazione per il mio futuro, come ogni normale genitore. Attualmente la famiglia continua ad essermi di grande sostegno.
Quale è stato il film che di più ha segnato la sua carriera televisiva.
Tutte le esperienze fatte con Giorgio Capitani, regista di cinema e televisione, mi hanno insegnato molto. Grazie a lui ho avuto l’onore di lavorare con il maestro Gigi Proietti, in: “Un figlio a metà 2”, ho lavorato nella miniserie televisiva “Puccini” e poi ho avuto un bel ruolo nello sceneggiato sulla vita di Enrico Mattei. Nel Cinema ho esordito, con un piccolo ruolo, nel film “La visione del Sabba”, nel 1987, con la regia di Marco Bellocchio. Contemporaneamente mi ero appassionato fortemente al teatro. Prossimamente sarò con mia moglie al teatro Ghione con la commedia: “Così è se vi pare”, di Luigi Pirandello, con la regia di Francesco Giuffrè.
Da un po’ di anni si sta occupando della Soap Opera “Un Posto al Sole”, quanto incide il ruolo del personaggio che interpreta nella sua vita privata?
“Un Posto al Sole” ha una produttività pari a 24 anni, io faccio parte di questo team da soli 18 anni. Il ruolo che interpreto, quello di Roberto Ferri, incide meravigliosamente nella mia vita privata, in quanto il personaggio e la Soap Opera stessa, mi danno popolarità.
Gli attori importanti, ma soprattutto competenti, lavorano bene con onesta ricerca di verità, illustrano fatti quotidiani, esclusa qualche piccola forzatura che fa si, che questo Real Drama, non più Soap Opera, abbia un po’ d’ingrediente legato all’intrigo, al mistero, al giallo; io appartengo a questo genere di attori, anche se mi riesce, e mi piace di più, far ridere le persone.
C’è un attore o un’attrice, con cui ha lavorato all’inizio della sua carriera, con il/la quale vorrebbe lavorare di nuovo?
Il mio sogno si sta avverando in quanto, prima di fidanzarmi e poi sposarmi con mia moglie, Marina Lorenzi, ho lavorato per 7 anni con lei, con la quale ho sempre rilevato una grande simbiosi ed un grande affiatamento, di cui vivo di rendita nel matrimonio. Marina è una gran lavoratrice; infatti vorrei tanto vederla in televisione, non necessariamente con me, ma anche con altre persone in grado di sfruttare il suo talento.
Io sono stato fortunato ad aver vinto un provino, quando servivano attori veloci, bravi, che provengono quasi sempre dal teatro.
I suoi programmi per il futuro?
Fare tanto doppiaggio, perché mi piace farlo; continuare a fare teatro, oltre ad iniziare, poi a settembre, la 24° stagione di “Un Posto al Sole”; il programma principale però, è il mio benessere.
Se fosse un filosofo e dovesse lanciare una massima sul lavoro che svolge, che cosa direbbe?
Ogni obbiettivo è un traguardo, ma quando ci arrivi, ti rendi conto che è solo l’inizio di un’altra sfida, quindi un altro punto di partenza.
Giorgia Pusceddu