L’agenzia interinale Tempor spa, Filiale di Rm2, ha pescato incredibilmente tra i candidati idonei, figli di politici, ex politici o politici “trombati” alle amministrative. Il presidente Andrea Bassola deve chiarire la vicenda e segnalare all’Anac la commissione
VITERBO – Era agosto, caldo infernale, quando alcuni organi di informazione, cartacei ed online, iniziarono a parlare di strane assunzioni fatte dalla società Talete che gestisce, come sappiamo, l’acqua dei comuni della nostra provincia.
Parlavano di sei nuove unità di personale in servizio per sei mesi (prorogabili di altri sei) per assistere telefonicamente gli utenti. In poche parole, addetti al call center.
La polemica era incentrata sulle modalità di reclutamento di questi nuovi impiegati.
Per procedere alla selezione del personale, la Talete si era rivolta ad un importante società interinale, la Termpo spa filiale di Roma 2.
I pochi fortunati che vennero a conoscenza di questa ricerca inviarono il proprio curriculum nella speranza di dare una svolta alla loro posizione precaria nel mondo del lavoro.
Sul sito della Talete, come denunciarono alcuni giornalisti, dell’avviso di ricerca personale non c’era traccia.
La pubblicazione avvenne sì, ma solo su quello della società interinale (lavoro somministrato) che si era aggiudicata la gara bandita il 9 ottobre 2018.
La società si è occupata di “reclutare” coloro con le carte in regola per essere poi selezionati da una commissione predisposta da Talete. Il fatto è che, essendo Talete una società interamente partecipata dal pubblico, la logica avrebbe voluto che sull’esistenza di quei sei posti fosse stata fatta ampia pubblicità. E invece la società interinale che ha vinto la gara, nella pubblicazione dell’avviso, non ha neanche reso noto che il committente della selezione era Talete.
Non c’è traccia, o perlomeno non siamo riusciti a trovarla, vista la complessità del sito di Talete, la delibera con la quale veniva nominata la commissione e chi fossero i selezionatori.
Comunque, dopo innumerevoli ricerche, finalmente questi nomi sono usciti fuori grazie alla foto scattata ad uno schermo del computer, probabilmente di qualche dirigente Talete o impiegato e poi distribuita in grande velocità attraverso gruppi e contatti whatsapp.
Ecco i nomi dei sei nuovi addetti al call center di Talete:
- Luigi Cappelli;
- Roberto Pesci;
- Luciana Brescolini;
- Danila Fontana;
- Danila Consalvi;
- Roberta Picchetto.
Altre due persone, su questo screen shot, avrebbero rifiutato la proposta di assunzione.
Una cosa che ci aveva molto incuriosito è stato leggere un passaggio di un articolo del 13 agosto, scritto su ilviterbese.it, che riportiamo integralmente:
La gente però parla. E infatti, dopo aver appreso che i sei nomi in questione sarebbero tutti riconducibili alla politica, adesso si vengono a conoscere ulteriori particolari di tutta la vicenda: e cioè le assunzioni sarebbero state fatte da Tarquinia a Marta, da Civita Castellana, a Blera, da Capranica a Canepina. Si restringe insomma l’area di provenienza dei prescelti e di conseguenza si circostanziano sempre meglio i riferimenti politici che sarebbero stati dietro all’operazione.
Dopo l’uscita della consigliera regionale del M5S che si diceva contraria ad una ricapitalizzazione da 40 milioni dell’ente, abbiamo deciso di cercare che tipo di legami potessero esserci tra i selezionati assunti e la politica.
Luigi Cappeli è figlio del Capo di Gabinetto della Provincia Angelo Cappelli di Capranica ex sindaco del Partito Democratico (dicono che sia vicino alla corrente politica del consigliere regionale Enrico Panunzi).
Danila Fontana è di Canepina, città che ha dato i natali al consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Panunzi.
Roberta Picchetto pare sia la nipote del presidente del centro anziani di Civita Castellana, storico militante del partito comunista, transitato nel Partito Democratico e grande sostenitore del consigliere regionale, sempre del PD Enrico Panunzi.
Roberto Pesci c’è poco da cercare. Prima di essere bocciato, cioè non eletto alle ultime consultazioni amministrative di Marta, ha ricoperto il ruolo di assessore in quel comune i precedenti cinque anni. Oltre ad essere del Partito Democratico, anche lui viene indicato come appartenente alla corrente politica del consigliere regionale Enrico Panunzi.
Danila Consalvi, dicono che sia la figlia dell’ex sindaco di Piansano, oggi residente a Tuscania e l’unica che viene indicata nell’ambito del centrodestra e cioè in Forza Italia.
Infine Luciana Brescolini che, sempre a quanto dicono fonti ben informate all’interno del Partito democratico, sia la cognata dell’assessore di Blera Luigi Roselli anch’esso riconducibile, dicono, alla corrente del consigliere regionale Enrico Panunzi.
Certo che per essere assunti a Talete o c’hai la tessera del PD o neanche ti prendono in considerazione. Più che traffico d’influenze qui c’è stato un traffico di posti di lavoro che dovrebbe far riflettere molto i partiti viterbesi, la politica in generale e i Comuni che fanno parte di Talete che non hanno neanche provato a verificare quello che molti giornalisti denunciavano da tempo.
Il nuovo presidente Andrea Bossola, prima di dimettersi, ha l’obbligo, alla luce di queste notizie, di informare i cittadini, i sindaci e l’autorità giudiziaria.
Deve rendere noti i nomi dei componenti della commissione giudicatrice e del perché, sapendo benissimo chi stavano assumendo, pur non avendo svolto né il bando né la selezione, non ha informato l’Anac.
Questo stride anche con la forzatura fatta, prima del voto delle ultime elezioni amministrative del 26 maggio scorso, di nominare i vertici dell’ente pubblico con voto del’assembla dei sindaci in provincia e il via libera espresso unanimemente dai gruppi politici di Forza Italia – Fratelli d’Italia – Partito Democratico.
La presidenza, guarda il caso, è andata in quota Partito Democratico che ha scelto Andrea Bossola, personaggio autorevole e con un ottimo curriculum. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno indicato gli altri due componenti del cda, rispettivamente, Antonella Stella e Giuseppe Fraticelli. A nulla valse la lettera inviata all’assemble di Talete, dal prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, con la quale segnalava l’opportunità di rinviare la nomina del consiglio di amministrazione della società che gestisce il servizio idrico nella Tuscia dopo il fatidico 26 maggio.