Regione Lazio – Il Pd chiede la testa del (non) indagato Barillari. Il consigliere pronto a denunciare quindici giornali

 

Roma, 21 novembre 2019 -Circola da un paio di giorni, il primo a darne notizia l’online Repubblica.it, seguito a ruota da quindici testate locali e nazionali, la notizia di David Barillari, consigliere Cinque stelle in regione, indagato per  un presunto giro di corruzione in merito ad un’inchiesta sulla Sanità privata per cui sono stati imposti gli arresti domiciliari al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Costantino, al sindacalista Andrea Paliani e al consulente del lavoro Alessandro Tricarico. Peccato che l’interessato smentisca categoricamente di aver ricevuto alcun avviso di garanzia.
“Non ho ricevuto alcun atto dalla Procura e quindi, fino a prova contraria, non sono indagato. Con i nostri legali stiamo procedendo alla richiesta di rettifica ai 15 giornali che che hanno dichiarato il falso”, scrive su Twitter il consigliere M5S della Regione Lazio, Davide Barillari.
“E’ un caso di fango mediatico costruito ad arte”, ha aggiunto Barillari su Facebook. “Nessuno di questi giornalisti mi ha contattato per verificare la notizia… Quindi… o hanno tutti letto l’ordinanza e si sono trasformati in magistrati di indagine, violando il segreto istruttorio, oppure si sono inventati una fake news per screditarmi- spiega Barillari- Faceva gola uscire con una notizia bomba: un consigliere regionale del M5S, uno dei più talebani, lo stesso che si è azzardato a denunciare pochi giorni fa addirittura Nicola Zingaretti, è indagato in una vicenda di corruzione nella Sanità. Proprio lui! I giornali per queste cose ci vanno a nozze. Se non c’è la notizia, se la inventano di sana pianta”.
Contro Barillari sparano in rapida successione Astorre, segretario regionale del Pd, il capogruppo Vincenzi e l’assessore alla sanità D’Amato, ai quali non deve essere sembrata vera l’occasione.

Naturalmente la notizia ha scatenato il Pd , che, ritenuta la (falsa) notizia un bocconcino prelibato e visto il garantismo che li contraddistingue, ha prontamente  chiesto la  testa di Barillari dalla Commissione che presiede in Consiglio regionale. 

Dice Astorre: “Fare chiarezza su quanto emerso in queste ore dalle carte dell’inchiesta pubblicate su tutti i quotidiani. Sarebbe un segno di rispetto per i cittadini oltre che perl’istituzione regionale”. Va giù pesante Vincenzi, che un dente avvelenato ce l’ha: “Valuti, lui che è stato in questi anni tra i più fervidi sostenitori ‘dell’obbligo di dimissioni’ nel caso di coinvolgimento in indagini giudiziarie, se, ora che l’indagine lo riguarda, non senta il dovere di dimettersi dal delicato incarico di Presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Lazio”. Rincara la dose l’assessore alla sanità D’Amato: “”Dalle notizie che trapelano riguardo ai tre arresti e ad altri indagati emerge un quadro torbido di corruzione, servitori infedeli dello Stato e dossieraggi con mondi che fanno riferimento all’estrema destra eversiva. È grave che il consigliere Barillari del Movimento 5 Stelle abbia in più occasioni avuto stretti contatti prefigurando di ‘dare una botta’ a Zingaretti e la sua Giunta attraverso attività di dossieraggio e utilizzando strumentalmente il suo ruolo di membro della Commissione Sanità. E’ opportuno che il consigliere chiarisca quanto prima la sua posizione in tutta questa vicenda’’. 

B.F.