ROMA Grande partecipazione questa mattina allo sciopero dei metalmeccanici di Torre Valdaliga Nord al Ministero dello Sviluppo Economico. I lavoratori ed i sindacati sono stati ricevuti dai funzionari del MISE, riuscendo ad esporre le proprie perplessità sulla riconversione a gas di Tvn.
“Grande successo dello sciopero dei metalmeccanici impiegati negli appalti presso la centrale di Torrevaldaliga Nord, indetto per oggi da Fiom e Uilm e con la successiva e convinta adesione di USB – scrive Roberto Bonomi di USB Lavoro Privato – ottime le adesioni allo sciopero in tutte le imprese, che in alcuni casi – come ad esempio alla Guerrucci, l’azienda maggiore – hanno in sostanza interessato la totalità dei lavoratori.
Di rilevo anche la partecipazione al presidio organizzato sotto il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, con oltre 100 lavoratori presenti a cui si sono uniti in solidarietà diversi dirigenti sindacali di altre categorie – principalmente trasporti ed elettrici – esponenti di Potere al Popolo, il consigliere comunale Patrizio Scilipoti di Onda Popolare e singoli cittadini.
Questi risultati sono la riprova di quanto i lavoratori siano consapevoli dei rischi a cui sono esposti, non solo per gli effetti di una crisi che investe ormai tutte le imprese metalmeccaniche bensì in ragione del declino produttivo che da tempo sta interessando Torrevaldaliga Nord e del noto processo di phase-out dal carbone previsto per il 2025. Un processo destinato a produrre problemi occupazionali drammatici, che non potendo comunque essere risolti con l’impianto a gas proposto da Enel necessitano di soluzioni diverse, alternative e di lungo periodo, capaci di tenere insieme occupazione e ambiente.
Sotto questo aspetto confortano le posizioni espresse dalla Dottoressa Romano del MISE, che a margine della manifestazione ha incontrato le rappresentanze sindacali di Fiom, Uilcem e Usb. Innanzitutto perché è stato ben chiarito che l’uscita dal carbone è comunque una scelta di carattere politico, circostanza che comporta una responsabilità da parte delle istituzioni in un processo che evidentemente non può essere gestito solo da Enel.
In secondo luogo, su un piano più concreto, perché è stato garantito che nel prossimo mese di gennaio lo stesso Ministero convocherà una specifica riunione su Civitavecchia, in cui potranno essere affrontati in maniera più dettagliata e puntuale i tanti problemi già rappresentati nell’incontro odierno.
Del resto, ha aggiunto la Dottoressa Romano, proprio dagli incontri con i territori in cui sono presenti gli impianti a carbone il Ministero trarrà indicazioni di merito per le iniziative future, a partire dalla definizione delle modalità per accedere al Fondo appositamente costituito per la riqualificazione dei lavoratori impiegati nelle centrali: circa 20 milioni all’anno complessivamente stanziati fino al 2025 che, si auspica, dovranno essere soprattutto finalizzati alla creazione di lavoro e di seri progetti occupazionali.
In questa prospettiva, crediamo sia imprescindibile un’urgente iniziativa dell’Amministrazione Comunale, volta al pieno e costante coinvolgimento delle parti sociali. Tanto più a fronte della dichiarata opposizione al nuovo impianto a gas, che per essere credibile deve prospettare un nuovo progetto di sviluppo da costruire con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.
A fronte di problemi così rilevanti serve dunque un tavolo di confronto permanente: così d’altronde ha stabilito all’unanimità lo stesso Consiglio Comunale con la mozione per il riconoscimento di Civitavecchia quale “Area di crisi industriale complessa”, a cui occorre dare seguito con atti concreti se non si vuole correre il rischio che venga infine percepito solo come propaganda. Su questi temi le organizzazioni sindacali saranno pronte ad avviare ulteriori mobilitazioni, in una battaglia lunga ma di grande importanza non solo per i lavoratori ma per l’intera città”.
Virginia Romeo