Roma – “Ho paura per mia figlia che ha appena 3 anni. La notte non dormo per questa vicenda, per le minacce che quest’uomo mi ha rivolto via Facebook. Lui sosteneva che gliel’ho strappata, che la bambina era sua, che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela a Roma”.
Queste le parole pronunciate oggi da Giorgia Meloni davanti ai giudici della prima sezione penale di Roma nel processo che vede imputato per stalking R. N., arrestato dalla Digos lo scorso 31 luglio a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta.
La leader di Fratelli d’Italia ha ricostruito la vicenda rispondendo alle domande del pm.
“Io vivo spesso fuori casa e il mio stato d’ansia è enormemente cresciuto – ha detto – perché ho dovuto prendere particolari cautele. Non bastava più la baby sitter per controllare mia figlia”.
Nel procedimento Meloni si è costituita parte civile.
“Ho appreso dei messaggi minatori solo quando, più o meno in contemporanea, è stata allertata dalla Digos e mia sorella. Le era arrivato un video intimidatorio riconducibile all’imputato”.
L’uomo era stato arrestato e posto ai domiciliari. Meloni ha ribadito di non averlo mai “visto o conosciuto”.
“Il mio modo di vivere è ovviamente cambiato. Ho paura anche dopo un messaggio pubblicato dall’imputato in cui scriveva: ‘hai tempo tre giorni per venire dove sai, se non vieni sai cosa succede, vengo a Garbatella'”. Messaggi di solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia da tutto il mondo politico.