CIVITAVECCHIA – Jean Claude Izzo ha utilizzato il pretesto della letteratura noir per scrivere della città che amava, per parlare della vita e della morte con profondità e originalità. È morto a 55 anni, stroncato da un cancro ai polmoni. A Marsiglia lo ricordano girovagare per le stradine vicino al porto, con una Gauloises sempre tra le labbra.
Nato da padre italiano e da madre spagnola, gli piaceva dire “mi considero un vero marsigliese: un terzo italiano, un terzo spagnolo, un terzo il resto del mondo”. Nel 1995 ha scritto, in soli 5 mesi, Casino totale.
Subito dopo, con l’urgenza di raccontare, Chourmo e Solea, a completare la Trilogia di Fabio Montale. Il protagonista della trilogia è un ex poliziotto che vive una profonda solitudine interiore e che si si ritrova, per onorare e vendicare antiche amicizie, ad affrontare un pericoloso intreccio di malavita e corruzione politica. “Bisogna schierarsi. Appassionarsi.
Essere per, essere contro. Essere, violentemente”. In questa frase tratta da Casino Totale è racchiusa la filosofia di Montale, vero alter ego di Izzo. Lo scrittore ha uno stile asciutto, essenziale.
Usa frasi brevi, concise, che improvvisamente si aprono in squarci lirici, carichi di una sensualità tutta mediterranea. Izzo fa una letteratura schierata, in cui è evidente la sua lotta al razzismo e la sua visione di un mondo meticcio.
Nei suoi romanzi c’è una Marsiglia sordida e affascinante al tempo stesso che, come scrive Izzo, ha una bellezza che non si fotografa, sospesa tra l’azzurro del mare e il nero degli avvenimenti che vi accadono.
Ci sono soprattutto, personaggi indimenticabili, uomini e donne, disillusi, cinici, senza un futuro, ma che si aggrappano alla vita per succhiarne fino all’ultima goccia, come fosse un bicchierino di pastis da bere in una bettola del porto.
Gino Saladini