Sanremo – Rula Jebreal: “Ho scritto il monologo con Selvaggia Lucarelli, mi ha aiutato a dire le cose giuste”

SANREMO – “Ora che lo ha svelato lei, posso dirlo anche io” inizia così il post di Selvaggia Lucarelli, “lei” è Rula Jebreal, indiscussa protagonista del monologo che ha fatto emozionare l’Italia intera ieri sera a Sanremo..”.

“Tra le cose più belle che ricorderò del mio lavoro c’è questa: la telefonata di Rula una settimana fa, il nostro incontro, quel vino rosso biologico che ci ha fatto ridere un tono più alto del dovuto e le tante cose serie che ci siamo dette, comprese quelle che ha generosamente raccontato ieri sera. E’ stato bello collaborare con lei e i suoi autori sanremesi, anche se da lontano, per un evento così importante, scriverle le parole che avete amato in tanti ieri sera, consigliarla e vederla così bella e commossa.

Rula, ieri, si è presa i suoi 12 minuti su quel palco e lo ha fatto come andava fatto. Con grazia e piglio giusto. Il suo. Grazie Rula”. La giornalista civitavecchiese, Selvaggia Lucarelli, non è nuova nella creazioni di mood e tendenze di modi dire e dopo “leoni da tastiera” questa è la volta di “non chiedetemi come ero vestita”.

Tutto è nato da una telefonata che mi ha fatto Rula la settimana scorsa nella quale mi diceva che le piace come scrivo e mi ha voluto incontrare”, spiega all’Adnkronos Selvaggia Lucarelli, “Mi ha parlato di quello che voleva dire, quello che voleva raccontare, mi ha fatto leggere quello che era stato già buttato giù dagli autori Rai, e man mano abbiamo costruito insieme il testo che poi Rula ha letto e interpretato a Sanremo”.

“Rula ha compreso che le sue parole non potevano essere sbiadite – dice ancora Lucarelli – ha scelto di scoprirsi , di raccontare la cosa più dolorosa e più importante della sua vita a milioni di persone e ho apprezzato il suo coraggio, la sua forza di arrivare fino in fondo.

Lei tanto battagliera, tanto ferma nel suo lavoro di giornalista ha tirato fuori la sua fragilità ed è stato bellissimo. Ha poi avuto la forza di non piangere durante il monologo, ma io mi sono commossa come tanti, tantissimi altri in sala e credo anche a casa”. “Altre, future collaborazioni? Non lo so, lei vive a New York io qui, – conclude Lucarelli – ci siamo sentite anche poco fa e abbiamo deciso per il momento di prendere un caffè insieme: c’è tanto affetto reciproco e tanto rispetto, vedremo”