Il vice sindaco Massimiliano Grasso annuncia le dimissioni, Fratelli d’Italia sui Monti della Tolfa (Aventino) e Lega stufa di essere il pupazzo tappabuchi. La via d’uscita c’è, ma…
CIVITAVECCHIA – Giornata convulsa quella vissuta ieri dalla politica cittadina. Il nostro articolo ha fatto uscire in superficie quei malumori covati sotto cenere, malumori che mal gestiti, sono l’inizio della fine di ogni Governo. Per intenderci quell’assembramento di persone che non si parlano in faccia ma si muovono con metodi di Mazziniana e carbonara memoria.
Le Lega ha finalmente fatto capire ai vertici regionali che le strette di mano, da queste parti, valgono come un foglio di carta poggiato a terra, lungo la passeggiata della marina, in un giorno di forte libeccio convinti do trovarlo lì il giorno dopo.
Appurato che le strette di mano non possono essere tenute in considerazione, e che purtroppo la politica, qualsiasi esso sia il colore, ha insegnato che nulla è scontato quanto sembra è giunto il momento di guardare avanti.
La vicenda CSP è l’ultimo episodio, dei tanti, che ha provocato mal di pancia, malumori ecc. ecc.
Andiamo alla genesi della mini crisi di ieri. Ci sono le elezioni, vince Tedesco e già al primo consiglio comunale un colpo di scena. L’avvocato Francesco Serpa, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia rinuncia allo scranno e si dimette.
A lui, dicono, viene offerta una valida alternativa in cambio di questo sacrificio elettorale. Del resto lo hanno votato centinaia di persone.
Questo qualcuno, questo gruppo di lavoro, questa coalizione dopo un primo accordo sul nome di Serpa alla guida politica di CSP ha cominciato, pian piano, a cambiare idea.
Per evitare che queste discussioni potessero creare degli attriti insanabili, tra i partiti della coalizione, il sindaco Tedesco ha preso in mano la situazione e, pubblicamente, ha dichiarato che la scelta sarebbe ricaduta su figure non riconducibili alla politica.
L’altro giorno le nomine vengono ufficializzate e sappiamo come è andata a finire?
La Lega ha chiarito la propria posizione e chiesto al primo cittadino un rimpasto in giunta per “gratificare” Fratelli d’Italia, specificano nel contempo, che con le nomine in CSP non hanno avuto ruoli. Forza Italia dice di non aver messo bocca nell’individuazione dei membri del cda. Fratelli d’Italia, per bocca di Simona Galizia fa sapere che non solo loro, ma anche Grasso non hanno messo bocca su queste nomine. Non solo. Hanno già espresso il loro pensiero e se, non accontentati, andranno simbolicamente in esilio sui Monti della Tolfa, in una sorta di Aventino moderno.
Dunque chi ha deciso? O qualcuno mente, sapendo di mentire, o che tutto è stato fatto in assoluta autonomia dal primo cittadino.
Questo ha scatenato le ire di Massimiliano Grasso che, a differenza di quello che qualcuno voleva far credere, ha il totale sostegno di Fratelli d’Italia e della “sua” lista. La Lega non ne chiede la testa, vuole solo un riequilibrio delle deleghe agli assessori e che quindi, oggi, nella riunione pomeridiana di maggioranza chiariranno la loro posizione.
Non sarà una riunione alla camomilla. C’è bisogno di cambiare registro ad un’amministrazione che, anche per fattori non prevedibili, rifiuti, termovalorizzatore, Frasca, Fiumaretta e Itticoltura, di concreto non ha fatto nulla. Dal governo disastroso del No del Movimento 5 Stelle, che ha raso al suolo la città peggio del bombardamento Alleato, si è passati a quello del Nì di.
Vie d’uscita ce ne sono. La prima cosa è rivedere le nomine di CSP, o meglio, sarebbe più opportuno azzerarle del tutto.
Come è stato chiesto a questi signori di entrare nel cda di CSP, chi lo ha fatto, può invitarli a rimanere a casa rassegnando una rinuncia all’incarico.
Il presidente Antonio Carbone, a livello di società partecipate ha avuto una breve esperienza in una di quelle che si occupa di acqua che esce dai rubinetti.
Sarà un bravo avvocato, sicuramente non ha la preparazione professionale (serve almeno un commercialista) né le competenze per ricoprire questo ruolo così delicato e in una società gestita fino a poco fa da uno squalo.
Su Valentina Sanfelice di Bagnoli c’è poco da dire. La sua nomina ha dell’incredibile. Andrebbe cacciato a calci in culo solamente chi ha pensato per un attimo di proporla. Basta sfogliare il suo curriculum per capire quanto sia inaffidabile politicamente. L’unica cosa che viene da pensare è ad un accordo trasversale con i comunisti civitavecchiesi, pardon del Partito Democratico, accontentato in una sorta di spartizione di cencelliana memoria.
Poi addirittura Michele Scognamiglio. Questo con tutti gli incarichi che c’ha al Viminale viene a svernare a Civitavecchia, non ne capiamo le qualità né tantomeno le competenze.
Comunque oggi pomeriggio si chiariranno. Forse è il caso di azzerare nuovamente il tutto, a cominciare dalla ridistribuzione delle deleghe agli assessori.
Chiedere scusa per la confusione, tirare una riga e ricominciare da capo e con ritrovato spirito di squadra.