CIVITAVECCHIA – Quando Alessandro Pavan, romano a bordo della Costa Smeralda insieme alle due figlie, venne bloccato il 30 gennaio scorso con altri 6700 passeggeri nel porto di Civitavecchia per due casi sospetti di Coronavirus, l’epidemia era ancora un “affare” lontano o almeno poco tangibile. Trattenuto per un giorno fino a quando la coppia di cinesi risultò negativa ai test eseguiti all’ospedale Spallanzani, riuscì a scendere l’indomani per tornarsene a casa, sicuro di lasciarsi l’esperienza alle spalle.
Non poteva sapere che il Coronavirus sarebbe tornato nella sua vita, stavolta rendendogli però un vantaggio. “E’ una coincidenza davvero strana – ironizza Alessandro – ma nella vita io imbottiglio candeggina anche per conto terzi. Ho un’azienda a conduzione familiare ad Aprilia e da quando l’epidemia ha iniziato a contagiare sempre più persone in Italia le richieste sono aumentate addirittura del 40%. Le vendite continuano a crescere e la domanda supera l’offerta al punto che, se non ci fossero persone ora in gravi condizioni e purtroppo vittime, quasi verrebbe da ridere per questo scherzo beffardo del destino”.