Il primo cittadino ha scritto al Prefetto. Situazione fuori controllo ed impossibile da gestire. Chiuso il reparto di Medicina focolaio principale. 32 positivi e oltre 300 persone sotto sorveglianza domiciliare. Adesso c’è da avere paura ma le persone se ne fregano
CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: Si trasmette di seguito il testo della lettera che il Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, ha inviato al Prefetto di Roma Gerarda Pantalone.
“Ill.mo Sig. Prefetto, mi rivolgo alla Sua attenzione per evidenziarLe le gravi difficoltà che quotidianamente incontriamo in questo momento di emergenza sanitaria.
Ho consapevolezza di condividerlo con tanti altri sindaci molti dei quali vivono territori devastati dal virus.
Mi corre comunque l’obbligo di sottoporle alcune brevi considerazioni, anche al fine di prevenire il dilagarsi del contagio che nella nostra città ad oggi vede la presenza di 32 positivi e di oltre 300 in sorveglianza domiciliare : il tutto in un contesto preoccupante se si considera che molte delle positività si sono evidenziate nel reparto medicina dell’Ospedale San Paolo e presso una RSA cittadina.
Da giorni in tutti modi invito la cittadinanza a stare a casa, ad uscire per svolgere le attività necessarie così come previsto dalle norme in vigore, ho chiuso i parchi, i cimiteri, le aree pubbliche, la stessa Marina. Nonostante questo, come in altre città purtroppo, una parte della cittadinanza non sembra avere consapevolezza della gravità del momento e continuamente ricevo segnalazioni di strade affollate, di autovetture che circolano con ingiustificata assiduità. La Polizia Locale e tutte le forze dell’ordine in maniera esemplare svolgono il faticoso compito di controllo, anche diffondendo dalle autovetture di servizio messaggi alla popolazione, pur avendo a disposizione un numero di unità sicuramente non sufficiente a fronteggiare le esigenze del territorio che non riguarda solo Civitavecchia, ma anche i comuni limitrofi.
A ciò si aggiunga la presenza del porto che per quanto veda chiusi i principali accessi e pur sempre motivo di grande preoccupazione per il permanere di linee di comunicazione importanti come ad esempio quella con Barcellona.
Le riferisco circostanze delle quali so che la S.V. è a conoscenza, ma, al contempo, Le chiedo se ritiene opportuno sostenere gli sforzi di quanti lavorano sul territorio attraverso la disponibilità ed il coinvolgimento dell’Esercito.
La presenza di militari rappresenterebbe anche un concreto deterrente psicologico per quanti inopinatamente continuano a non comprendere la serietà del problema ed escono di casa senza alcuna valida motivazione.
Nulla potrà mai comprimere i diritti costituzionalmente garantiti, ma le modalità di prevenzione volute giustamente dal Governo trovano purtroppo scarsa applicazione per la superficialità di molti. Nella nostra città saremmo tra l’altro avvantaggiati dalla presenza di caserme operative, una delle quali con specifiche e insostituibili specializzazioni rispetto alla problematica che stiamo affrontando.
Confido nella sua consueta attenzione e sensibilità istituzionale.
Con osservanza.”