Franceschini (su indicazione di Mattarella) ha impugnato il Piano Territoriale Paesistico del Lazio davanti alla Corte Costituzione. Marietta Tidei infuriata: “Uno schiaffo alla Regione ed alla semplificazione”
ROMA – Lo Stato Italiano contro la Regione Lazio. Il Governo della Repubblica ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale il Piano Territoriale Paesistico approvato all’alba del 2 agosto scorso. Documento che nasceva allo scopo di uniformare tutti i Piani Regolatori Comunali, stabilendone le norme valide da applicare in tutto il Lazio a salvaguardia del paesaggio.
In pratica contiene le indicazioni in base alle quali si stabilisce se nei centri storici si può muovere una sola pietra o alzare un palazzo, se al mare si deve stare distanti dalla spiaggia o si può costruire piazzare una palafitta direttamente in acqua.
Se a Pian Dei Cipressi a Tarquinia si possono realizzare termovalorizzatori, mattere mega pale eoliche oppure no.
Se davanti alla Frasca, pineta protetta di Civitavecchia, si possono mettere a mare le gabbie dell’itticoltura oppure no. Insomma, grazie a quel voto di fiducia ottenuto all’alba non senza polemiche, il presidente Zingaretti aveva “snellito” e non poco la burocrazia. A vantaggio sempre delle lobby… qualche maligno sostiene.
Il Governo, per bocca di uno di loro, Dario Franceschini, mica pizza e fichi, ha sollevato un ‘conflitto‘ con la Regione (ma lo ha fatto su parere dei suoi uffici, ndr). In pratica, ritiene (il Governo) che il Consiglio Regionale del Lazio non abbia imposto una serie di vincoli che invece sono validi in tutto il resto dello Stato.
La cosa ancora più grave è che la firma su questa impugnazione non è di un funzionario qualsiasi ma di un certo Bernardo Giorgio Mattarella, figlio del presidente della Repubblica in carica che, al contrario di quel che si possa pensare, è un vero e proprio luminare della materia. In poche parole se Bernardo Giorgio Mattarella solleva dubbi di legittimità costituzionale è perché ce ne sono di evidentissimi non per niente è il capo dell’ufficio legislativo del ministro per la semplificazione
Per tutta la maggioranza ha parlato Marietta Tidei (Italia Viva), presidente della commissione Attività Produttive e Sviluppo Economico del Consiglio Regionale del Lazio.
Giudica l’impugnazione del Governo al Ptpr del Lazio «un atto gravissimo e assolutamente inopportuno, soprattutto in un momento così drammatico. È uno schiaffo al Lazio. Non di certo una priorità di questo momento» e lo ritiene «uno schiaffo al futuro e allo sviluppo della Regione perché il Ptpr è uno strumento fondamentale: dà certezza alla pianificazione del territorio e del suo sviluppo».
La definizione dei dettagli del Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio è stato il frutto di lunghi mesi di lavoro alla Giunta ed al Consiglio regionale.
C’era stato un lunghissimo confronto con gli Enti locali, le associazioni di categoria, i professionisti. Marietta Tidei dice che il Ptpr è «Un atto che ha visto la luce dopo molti anni di attesa. Dare certezze agli attori dello sviluppo del territorio dovrebbe essere un dovere per tutte le istituzioni».
«Ci si riempie la bocca con parole quali semplificazione e sburocratizzazione, ma evidentemente per molti sono solo parole. Vince il Paese dei vincoli, di chi vorrebbe tutto fermo» ha concluso Marietta Tidei.