ORVIETO – Una app che consente agli operatori sanitari di rintracciare i contatti di una persona risultata positiva al Covid-19, tracciare a livello nazionale la diffusione e correlazione del virus sugli individui utilizzando dispositivi smartphone e un sistema di mapping basato su intelligenza artificiale, consentendone un’analisi dettagliata sulla base dati in tempo reale e permettendo di tracciare i contaminati.
Questa la proposta di Vetrya azienda orvietana che ha fatto dell’innovazione tecnologica il proprio punto di forza: Digital, media, mobile, advertising, entertainment, telco, on line advertising, internet, television, e tutto quello che riguarda sviluppo di servizi, piattaforme e soluzioni digitali.
Luca Tomassini, amministratore delegato della società dopo una carriera in Tim e Telecom, dove Franco Bernabé gli affidò il ruolo di responsabile dell’innovazione, fu pioniere della telefonia mobile e il primo in Italia a portare la televisione su internet, con Cubovision, parecchio prima di Netflix E oggi, insieme alla moglie, programmatrice, gestisce un’azienda da 50 milioni di euro di fatturato, che in soli 6 anni è riuscita a crescere tanto da quotarsi in Borsa. E che è stata nominata da Great Place to Work una delle migliori realtà italiane in cui lavorare. E ora l’app per combattere la diffusione del coronavirus che l’azienda vorrebbe donare allo Stato Italiano. Ad annunciarlo – in diretta a UmbriaTv – è Luca Tomassini, a.d. di Vetrya, società umbra che ha realizzato il prodotto in partnership con un consorzio di università e il Cnr.
“Voglio sottolineare che si tratta di una soluzione tecnologica per intero frutto delle competenze italiane – afferma Tomassini – che si avvale del supporto del Cnit, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni che consorzia 37 università̀ italiane e 8 unità di ricerca presso il nostro Cnr e che intende tutelare nel migliore dei modi il rispetto della privacy e le esigenze di protezione dei dati degli italiani. È fondamentale che tutti i dati devono essere raccolti e custoditi in mani affidabili e pubbliche ed oggi queste caratteristiche possono essere rappresentate solo da Sogei, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che rappresenta un polo di eccellenza tecnologica e che custodisce già̀ i dati di 60 milioni di cittadini italiani”, conclude Luca Tomassini.
Come funziona
Si chiama Pj19 e consente di mappare sul territorio nazionale la diffusione e la correlazione degli individui del Covid-19 attraverso gli smartphone (ma non sono coinvolti i gestori di telefonia) e l’intelligenza artificiale. Al momento è stata inserita in una short list, da cui poi sarà scelta l’app ufficiale, che caratterizzerà la cosiddetta ‘fase 2’ immaginata dal governo italiano, in cui saranno gradualmente riaperte le attività, ma con accorgimenti anti contagio e con l’aiuto – per l’appunto – della tecnologia.