Il vicesindaco parla di una situazione non più sostenibile e di uno stato di inerzia non più tollerabile
CIVITAVECCHIA – Parla di una situazione non più sostenibile, di un preoccupante stato di inerzia e lancia un ultimatum il vicesindaco Massimiliano Grasso, pronto a rimettere la delga sulla partecipata nelle mani del sindaco Ernesto Tedesco.
“La società “brucia” 8.000 euro al giorno di cassa e già all’inizio dell’anno dissi pubblicamente al Sindaco che bisognava fare presto, perché pur tra idee e valutazioni differenti nell’ambito della maggioranza circa il futuro dell’azienda stessa – ha spiegato Grasso – l’unica cosa che nessuno si sarebbe potuto permettere è l’inerzia. Da allora, è stato nominato il nuovo Cda che ha presentato le linee guida del piano di risanamento e soprattutto ha illustrato una situazione che dal punto di vista del bilancio e della continuità aziendale è in realtà molto peggio di quella descritta nella “bozza” dei conti del precedente cda”.
Per questo, ormai circa un mese fa, il vicesindaco conferma di aver firmato una proposta di delibera con la quale condividere e integrare le linee guida, autorizzando il Sindaco, in sede di Assemblea dei Soci, a dare indirizzo all’organo amministrativo affinché provveda alla redazione del nuovo piano di risanamento dell’azienda.
“Un piano che partirebbe dalla necessaria ricapitalizzazione della società, con la razionalizzazione dei servizi e dei relativi contratti e con il contenimento dei costi aziendali – ha aggiunto Grasso – a cominciare dall’introduzione della raccolta differenziata stradale, al posto del costosissimo porta a porta nelle zone più periferiche, come del resto la coalizione di centro destra aveva previsto nel proprio programma elettorale. Per quella auspicata condivisione, con il Sindaco abbiamo convocato la maggioranza non una ma ben 3 volte e si era stabilito che la scorsa settimana il presidente del Cda di Csp dovesse a sua volta illustrare gli orientamenti del piano in termini di contenimento di costi e servizi da ricongruire, agli assessori tra le cui deleghe ricadono i contratti di servizio della municipalizzata. Da allora è trascorsa più di una settimana e – per quanto mi riguarda – non c’è stato alcun incontro, né è stato presentato alcunché. Continuare in questo quadro di incertezza e di silenzi da parte di chi dovrebbe esporre i propri orientamenti ma tace nelle sedi opportune, e al contrario di interventi da parte di chi non dovrebbe invece intervenire in sedi politiche e amministrative diverse da quelle istituzionalmente deputate ad affrontare questa come altre questioni sul tappeto, significherebbe solo esporre la società ed il Comune al rischio concreto di una nuova liquidazione, con danni enormi per l’ente, per i creditori di Csp, i dipendenti della società e in ultima analisi per l’intera collettività locale che poi si troverebbe ancora una volta a dovere pagare il conto con i tributi comunali. A luglio scorso risanare l’azienda avrebbe avuto un costo ancora contenuto. A dicembre – ha aggiunto il vicesindaco – ne avrebbe avuto un altro. Oggi, e man mano che passa il tempo senza correttivi strutturali, l’intervento del Comune diventa sempre più oneroso e tra poco sarà finanziariamente impossibile per le casse comunali. Ero e sono convinto che ancora si possa e si debba intervenire con un piano industriale, che Csp finora non ha mai avuto, che consenta di mantenere pubblica la società e in due esercizi di portarla in equilibrio strutturale, salvaguardando al tempo stesso posti di lavoro e qualità e costi dei servizi per l’intera cittadinanza. Una missione che è ancora possibile, ma che richiede unità di intenti e consapevolezza degli obiettivi che si intendono raggiungere. Qualora questo procedimento non si avviasse entro la settimana, con la presentazione delle linee guida del piano di risanamento che tengano conto degli indirizzi emersi in maggioranza e definiscano tempi e modalità di riequilibrio dei conti aziendali, quantificando l’ulteriore impegno del socio-Comune, e con la relativa approvazione della delibera di Giunta, non rimarrebbe che restituire la delega alle Partecipate al Sindaco – ha concluso Massimiliano Grasso – prendendo atto della volontà di parte della maggioranza di aprire una nuova crisi di impresa, lasciando Csp, i suoi dipendenti e i suoi creditori al loro destino”.